Rimane in una struttura protetta, la ragazzina dello Sri Lanka “allontanata” dalla famiglia il mese scorso, dopo essersi tagliata i polsi, perché, secondo una prima ricostruzione dei fatti, il papà le aveva tolto lo smartphone.
Il giudice Silvia Minerva del Tribunale dei Minorenni, ha convalidato il provvedimento. Si tratta, ad ogni modo, di una decisione “a tempo”, fino a giugno, per permettere di eseguire i necessari accertamenti investigativi. Dopodichè, il tribunale deciderà se la ragazzina potrà tornare a casa o se dovrà rimanere nella struttura. I genitori della bambina sono assistiti dall’avvocato Paolo Spalluto.
Tutto è partito da una confessione della ragazza
La controversa vicenda, prese il via dalla “confessione” della 14enne ad un’insegnante. A quel punto, intervennero i servizi sociali che disposero l’allontanamento dalla famiglia.
Durante le indagini, sono stati ascoltati, il padre e la madre, ma anche la stessa ragazzina. Sul contenuto delle dichiarazioni rese, vige il massimo riserbo.
Successivamente, sarebbero emerse le vere ragioni di quel gesto, attraverso altre rivelazioni fornite all’insegnante. Il padre avrebbe sottratto alla figlia il telefonino, scatenando il gesto d’autolesionismo, poiché temeva che chattasse con qualche coetaneo, rischiando di compromettere l’accordo raggiunto, (quando aveva appena 10 anni), per darla in sposa a un ragazzo originario dello Sri Lanka, attraverso un matrimonio combinato.