‘I due si conoscevano, il rapporto fu consenziente’: assolto un 26enne marocchino accusato di violenza sessuale

Il pubblico ministero aveva invocato una condanna a 3 anni e 6 mesi per sequestro di persona e violenza sessuale. Presumibilmente, il giudice nel disporre l’assoluzione ha ritenuto che ci fosse stato un rapporto sessuale consenziente tra i due, che si conoscevano da tempo.

Assoluzione con formula piena per il 26enne di origini marocchine accusato di aver violentato una sua connazionale. La sentenza è stata emessa dal gup Giovanni Gallo, nel processo con rito abbreviato. Il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, invece, aveva invocato una condanna a 3 anni e 6 mesi per sequestro di persona e violenza sessuale.

Presumibilmente sarebbe, dunque, emerso come ci sia stato un rapporto sessuale consenziente tra i due, che si conoscevano da tempo. Il giovane è difeso, dagli avvocati Silvia Mauro e Vito Fabio Urso. La vittima, più piccola del presunto aggressore di un solo anno, si è costituita parte civile con l'avvocato Cosimo Castrignanò.

Nella scorsa udienza, la ragazza aveva confermato di essere stata violentata. La donna, visibilmente scossa, grazie all'aiuto di un traduttore aveva ricostruito quei drammatici momenti rispondendo alle domande del giudice, del pm e dei due legali. Il presunto violentatore, invece, ha rilasciato spontanee dichiarazioni affermando come la sua connazionale fosse consenziente nel rapporto sessuale consumatosi.
 
Ricordiamo che il 2 giugno dello scorso anno la 25enne si è presentata all’Ospedale di Scorrano completamente sotto shock, con l’aiuto della sorella che l’aveva accompagnata. La donna era riuscita, tra mille difficoltà linguistiche, a raccontare la presunta aggressione a sfondo sessuale subita a Poggiardo. In base a quanto riferito agli inquirenti un connazionale, con cui aveva un rapporto amicale, l'avrebbe invitata a fare un giro in macchina e dopo essersi appartata l'avrebbe violentata, "immobilizzandola" sul sedile posteriore della vettura..

L'inchiesta, coordinata dal Pubblico Ministero il dottor Giuseppe Capoccia, è stata condotta dai Carabinieri di Poggiardo e dai colleghi della Compagnia di Maglie. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 26enne avrebbe “prelevato” la donna da un’abitazione a Cerfignano, dove lavorava come badante; l'avrebbe fatta salire a bordo di un’auto e poi condotta in una campagna non molto distante, costringendola con la forza ad avere un rapporto sessuale.

Gli indumenti della donna, completamente macchiati di sangue ed i tamponi effettuati dai medici sono stati sottoposti a sequestro e repertati presso il laboratorio analisi dell’ospedale di Scorrano per i successivi accertamenti del dna. Idem per la macchina dove si sarebbe consumata la violenza, un Volkswagen golf di colore grigio, di proprietà ed in uso al 26enne marocchino.

Il presunto aggressore era stato arrestato dai Carabinieri di Poggiardo in esecuzione dell’ordinanza di Custodia Cautelare in carcere a firma del Gip Alcide Maritati.



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