Il Norman Atlantic racconterà la verità? Seconda ispezione a bordo

Il traghetto Norman Atlantic, ancora fumante è stato attraccato ad una banchina di Costa Morena nord nel porto di Brindisi. Recuperata la scatola nera nel primo sopralluogo di venerdì. Oggi, seconda ispezione a bordo.

L’ultimo viaggio del traghetto Norman Atlantic si è concluso a Brindisi dove è ora ormeggiato alla banchina di costa Morena Nord, pronto a raccontare la sua verità. Già, venerdì, quando la nave era giunta nel porto, il Pm della procura di Bari, Ettore Cardinali era salito a bordo insieme ad una squadra di vigili del fuoco e ad un pool di investigatori per un primo sopralluogo, recuperando la scatola nera,  primo e fondamentale elemento per accertare le cause dell'incendio divampato all’improvviso mentre la nave, partita da Patrasso e diretta ad Ancona, si trovava a largo delle coste albanesi, e tentare di ricostruire così la dinamica dell’incidente che ha causato 11 morti accertati e un numero ancora indefinito di dispersi.

Resta off-limits per ragioni di sicurezza, invece, la parte interna, compreso quel garage maledetto. Il relitto brucia ancora, nonostante il fuoco sia stato spento da diversi giorni persistono alcuni  focolai, tant’è che dai boccaporti del traghetto esce ancora del fumo e l’alta temperatura non permette di scendere nei piani inferiori. Il sospetto, purtroppo sempre più fondato e condiviso da molti soccorritori, è che proprio nella stiva vi siano nascosti altri cadaveri, quelli di alcuni dei dispersi o di eventuali clandestini. 

Anche il secondo sopralluogo, iniziato nella tarda mattinata di oggi potrebbe non bastare a far luce su alcuni punti oscuri.  Quel che è certo è che sulla Norman Atlantic è salita anche una commissione di militari del Corpo centrale delle Capitanerie di Porto inviata dal ministero dei Trasporti, che ha avviato un’inchiesta per risalire alle cause del disastro in mare.

Intanto mentre è in corso l’ispezione, i familiari di nove persone tutte di nazionalità greca di cui non si hanno più notizie, arrivati questa mattina a Brindisi dopo aver fatto un giro negli ospedali salentini dove sono ricoverati alcuni superstiti, sono stati accompagnati nei pressi del relitto. «Non sento mio zio da sabato scorso, era sul Norman Atlantic. Non abbiamo più speranze, almeno ci dicano se sono là dentro» è l’appello disperato della nipote di un camionista greco, Vasilis Tsamis, 54enne intervistata da alcuni giornalisti vicino al traghetto. La donna ha con sé una foto dell'uomo scomparso «Non abbiamo fiducia più in nessuna autorità, né quelle italiane, né quelle greche» ha aggiunto.

Tra le undici vittime accertate finora c’è anche una minorenne albanese con permesso di soggiorno tedesco. Si tratta della 15enne Racha Charif. Venerdì sera è stata identificata l’ultima salma delle nove che si trovano in attesa delle autopsie nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari. Si tratta di Gerasimos Kazantzidis, autotrasportatore greco. Il figlio e i nipoti dell’uomo hanno riconosciuto il corpo. Gli altri sono gli autotrasportatori campani, Michele Liccardo di 32 anni e Giovanni Rinaldi di 34, il sacerdote georgiano 27enne Omar Kartozia, la turca Havise Savas, i greci Sasentis Nikolaus Paraschis e Kostantinos Koufopuolos e un’altra donna tedesca, Muller Afroditi.

Per quanto riguarda l'inchiesta, invece, la procura di Bari ha formalmente iscritto nel registro degli indagati altre 4 persone. Si tratta di due membri dell'equipaggio e di due rappresentanti della ditta greca noleggiatrice, la Anek Line. Sono già stati indagati nei giorni scorsi il comandante e l'armatore.



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