A bordo di quell’imbarcazione lasciata “incustodita” al largo di San Foca, verso Torre Specchia per l’esattezza, non c’era nessuno. E già quest’elemento, da solo, poteva essere considerato “sospetto”. Poi la vicinanza alla costa, meno di 30 miglia, troppa per non immaginare che qualcosa effettivamente non quadrava. Il semicabinato di circa 7 metri, molto simile a quello usato giorni fa per una traversata di migranti non è passato inosservato agli uomini della Capitaneria di Porto di San Foca, impegnati in un consueto servizio perlustrativo in mare che hanno, così deciso di chiamare i colleghi dell’Ufficio circondariale marittimo di Otranto. Quando i militari hanno raggiunto il punto indicato hanno subito notato, all’interno della cabina, dei borsoni neri.
Dentro la sorpresa: circa 470 chili di marijuana. Difficile, se non impossibile, fare una stima del valore di mercato ma visto che i numeri servono per capire l’importanza del “ritrovamento”, va detto che il valore del carico si aggira approssimativamente intorno ad un valore di 2/3 milioni di euro.
L’imbarcazione è stata trasportata nel Porto di Otranto, dove è ancora ancorata. È stato lì che si è avuta definitivamente contezza di quanta droga vi era nascosta a bordo: decine e decine di sacchi in tela con all’interno i panetti di “erba” per un totale, come detto, che rasenta per poco la mezza tonnellata.
Dei fatti è stato informato il Pubblico Ministero di turno, la dott.ssa Stefania Mininni che ha disposto non solo il sequestro del natante ma anche della marijuana nascosta al suo interno.
Al momento non è possibile sapere né da dove provenga né dove era diretto il carico. Le indagini sono già partire: primo passo quello di risalire, se possibile, al proprietario dell’imbarcazione. Magari si potrà avere qualche elemento utile per ricostruire la rotta del carico.
