Continuano le indagini sull’incendio divampato nei giorni scorsi sull’intero litorale che va da San Foca a Torre dell’Orso e che ha avuto in Roca un punto tristemente nevralgico. Incendio che ha richiesto l’intervento di canadair e il lavoro incessante dei Vigili del Fuoco per 10 ore consecutive. Non opera di piromani ma con tutta probabilità si è trattato di un incendio appiccato volontariamente e poi sfuggito di mano a causa del forte vento di tramontana. In passato si ricordano altri episodi nelle stesse zone.
Residenti del posto, infatti, ci hanno riferito che non sarebbe la prima volta. Quasi ogni anno a fine estate piccoli incendi si sviluppano nella zona interna alla litoranea San Foca- Torre dell’Orso, più o meno nella stessa fascia di macchia e terreno incolto in cui l’altro giorno un grosso incendio ha bruciato la campagna retrostante la ex Masseria Castello che negli anni 80 poteva essere considerata un importantissimo ‘santuario’ del turismo costiero del Salento orientale.
Siamo nella zona dei cosiddetti canali, una zona paludosa intersecata dal Vicinale Mancarella, strada una volta sterrata, oggi asfaltata, che collega Torre dell’Orso a Roca dalla parte interna, cioè dalle vie immerse in un paesaggio rurale. Perché un’analisi identificativa così accurata da parte nostra? La risposta è semplice: siamo stanchi di avere a che fare con gli incendi, i principali protagonisti dell’estate salentina. Nei mesi scorsi ne abbiamo documentati a decine, alcuni anche molto gravi, e adesso ci toccano in sorte anche agli inizi di autunno. Non se ne può più di tanta incuria e irresponsabilità. Eh sì, perché gli incendi non si sviluppano quasi mai per autocombustione, e solo pochi sono fortemente voluti; la maggior parte delle fiamme viene appiccata per ripulire i terreni o per prepararli a più rigogliosa vegetazione con l’arrivo delle prime piogge. E poi con il vento sfuggono di mano…Storia vecchia, storia nota, senza misteri.