Condizioni igieniche e ambientali precarie nel canile comunale, tre indagati

La struttura venne sequestrata il 28 febbraio del 2013, attraverso il decreto del gip. Emerse una grave questione di sovraffollamento del canile per la presenza di 160 animali, in uno spazio con la capienza di 40 posti.

La Procura chiude l’inchiesta sul “Canile sanitario comunale” di via San Nicola, relativa a presunte irregolarità in materia sanitaria ed ambientale.

Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, compaiono tre nominativi. Fernando Buonocuore, 52 anni, di Lecce, dirigente del settore Ambiente, Igiene e Sanità del Comune di Lecce; Ivan Vernich, 60 anni, di Lecce, funzionario coordinatore del settore Randagismo fino al 12 novembre; Cataldo Cannillo, 58 anni, di Lecce, succeduto a quest’ultimo. Rispondono dell’ipotesi di reato di omissione di atti d’ufficio.

Le indagini

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Forestale e la struttura venne sequestrata il 28 febbraio del 2013, attraverso il decreto del gip Carlo Cazzella. Emerse una grave questione di sovraffollamento del canile per la presenza di 160 animali, in uno spazio con la capienza di 40 posti.

I presunti illeciti contestati agli indagati sarebbero avvenuti prima e dopo il sequestro. Buonocuore, Vernich e Cannillo, secondo la tesi accusatoria, non avrebbero fronteggiato adeguatamente  le problematiche di natura sanitaria ed ambientale all’interno del canile.

Sia gli animali che gli operatori della struttura sarebbero stati esposti a seri rischi, poiché l’ambiente risultava malsano e poco sicuro. Dunque, gravi sofferenze per i cani presenti e condizioni igieniche “al limite ” anche per il personale del Canile sanitario comunale. Infatti, sarebbero emersi pericoli di crollo e di diffusione di malattie. Nonostante ciò, ritiene la Procura,  non vennero effettuati i necessari lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e di messa in sicurezza del canile. Inoltre, la Asl e l’ associazione “Nuova Lara” avevano sollecitato nel tempo, interventi urgenti già a partire dal 2003 e fino all’anno in corso.

Gli indagati sono assistiti dagli avvocati: Viviana Labbruzzo, Luigi e Roberto Rella.

Questi hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre  memorie difensive.

 



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