Arriva l’archiviazione dell’inchiesta principale sul gasdotto Tap, dopo la superperizia depositata nei mesi scorsi.
Il gip Cinzia Vergine, attraverso apposito decreto, ha difatti accolto l’istanza del pm Valeria Farina Valaori, la quale riteneva che “gli elementi acquisiti non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio”.
Dunque è stato archiviato il procedimento che vedeva indagati: Clara Risso, legale rappresentante di Tap e Gilberto Dialuce, Direttore generale per la sicurezza e per la sicurezza dell’approvigionamento e le infrastrutture energetiche del Ministero dello sviluppo Economico.
Gli indagati rispondevano dell’ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato.
Ricordiamo che a seguito dell’incidente probatorio, i consulenti erano chiamati a pronunciarsi sulla reale quantità di gas presente nel terminale di ricezione del gasdotto. Questi avrebbero stabilito che Tap, non è uno stabilimento, dunque, la normativa Seveso non va applicata.
L’inchiesta
Tap riteneva che con la costruzione del gasdotto non verranno superate le 48,6 tonnellate e dunque si è al di sotto dei limiti di applicazione della normativa Seveso, pari a 50 tonnellate. I sindaci chiedevano di considerare il gasdotto come un unico impianto che parte da San Foca ed arriva a Mesagne, il che porterebbe ad uno sforamento di quei limiti.
