“Tangente” per la ristrutturazione della scuola? Chiusa l’inchiesta, indagati ex sindaco e altre sette persone

Rispondono, a vario titolo e in diversa misura, di: corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, turbata libertà degli incanti e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.

La Procura chiude l’inchiesta sull’affidamento dei lavori di riqualificazione della scuola elementare di Corsano.

Sono otto i nominativi confluiti nell’avviso di conclusione delle indagini a firma del sostituto procuratore Roberta Licci.

Si tratta dell’ingegnere Biagio Martella, 52enne, ex Sindaco di Corsano; il fratello Giorgio Martella, 47enne, anch’egli ingegnere; Sebastiano Chiarello, 41 anni di Tricase e Chiara Chiarello, 32 anni di Corsano. E poi, Antonio Bisanti, 59 anni di Corsano; Fernando Zocco, 60 anni di Tricase e l’ingegnere Emiliano Zampironi, 46 anni di Gagliano del Capo.

Rispondono a vario titolo e in diversa misura, delle ipotesi di reato di: corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, turbata libertà degli incanti e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale.

Sono assistiti dagli avvocati Luciano De Francesco, Luigi Covella, Luca Puce, Cristiano Solinas, Francesco Nutricati, Antonio Frisulli e Mario Simonetti.

Gli indagati hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive.

Le accuse

I fatti contestati risalirebbero tra il 2015 ed il mese di maggio del 2017.

L’inchiesta ha preso il via da uninformativa dei Carabinieri di Tricase. Tutto ruoterebbe intorno alla redazione, nel maggio del 2015, del progetto preliminare di riqualificazione della scuola elementare “Dante Aligheri” (rinominata, Istituto Comprensivo “Biagio Antonazzo”) affidato all’architetto Sebastiano Chiarello, poi firmato dall’architetto Bleve, per consentire all’Aministrazione Comunale di Corsano di partecipare ad un bando della Regione Puglia del valore di 985mila euro. Ciò sarebbe avvenuto, con la promessa a Chiarello dell’affidamento dell’incarico professionale di progettazione esecutiva e definitiva e con l’accordo che gli altri professionisti, invitati a partecipare alla gara attraverso posta elettronica certificata avessero rinunciato. In cambio, Sebastiano Chiarello avrebbe però dovuto versare una “tangente” di 20 mila euro. Per mettere in atto il piano, la somma doveva formalmente risultare quale corrispettivo in favore di Chiara Chiarello. Quest’ultima doveva essere indicata da Sebastiano Chiarello, quale collaboratrice nella redazione del progetto esecutivo. E avrebbe invece poi provveduto al versamento della somma nelle mani di Giorgio Martella, fratello dell’allora sindaco Biagio Martella. Ed in effetti, l’assegnazione dell’incarico avvenne con determina di Bleve del 5 aprile del 2017, attraverso un bando di gara per un importo complessivo di 99.355,51 euro ( appena sotto la soglia dei 100 mila euro che avrebbe imposto la ad evidenza pubblica).

Invece, Antonio Bisanti, consulente esterno, si sarebbe occupato della parte architettonica del progetto.  E come Chiarello, si sarebbe dovuto impegnare a versare una tangente di 20mila euro su richiesta dell’allora sindaco. Ed anche in questo caso,  la somma doveva formalmente risultare quale corrispettivo in favore di Chiara Chiarello. Stesso discorso per Emiliano Zampironi, anche lui coinvolto nel presunto piano per ottenere incarichi dal Comune, in cambio di tangenti.

Invece Fernando Zocco e Antonio Bisanti avrebbero minacciato Sebastiano Chiarello che stava manifestando l’intenzione di ritirarsi dalla gara. In particolare, rivolgendogli la frase: “Sebastiano  tu sei giovane, se ti comporti in questa maniera sarai tagliato per sempre da tutti i lavori pubblici”

Occorre ricordare durante le indagini, i Carabinieri avevano acquisito tutta la documentazione presso l’ufficio tecnico per far luce su presunte irregolarità, attraverso un decreto di sequestro.

Successivamente, il pm ha emesso un decreto di perquisizione per acquisire ulteriore materiale informatico e cartaceo, eventualmente utile alle indagini. Sono così stati posti sotto sequestro computer e supporti elettronici. Il materiale è stato “scremato” dall’ingenere Silverio Greco a cui è stata affidata una consulenza informatica.

Alcuni degli indagati sono stati anche ascoltati in Procura dal pm Licci.



In questo articolo: