Ileciti nella gestione dei rifiuti della centrale biogas di Surbo? Chiusa l’inchiesta, tre indagati

La Procura sostiene che l’impianto utilizzasse sostanze proibite per lo smaltimento dei rifiuti. Gli indagati rispondono dell’ipotesi di reato di “attività di gestione di rifiuti non autorizzata”.

Tribunale penale Lecce

La Procura leccese ha chiuso l’inchiesta sui presunti illeciti nella gestione dei rifiuti della Centrale Biogas di Surbo. Il procuratore aggiunto, Elsa Valeria Mignone ha notificato l’avviso di conclusione indagini a tre persone: P. L. , M. D. e T. H. Si tratta dei legali rappresentanti che si sono succeduti tra il 2012 ed il 2017, nella gestione dell’impianto.

Gli indagati rispondono dell’ipotesi di reato di “attività di gestione di rifiuti non autorizzata”. Sono assistiti dall’avvocato Carlo Carrieri. Adesso, hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive in Procura.

Secondo l’accusa, i tre avrebbero dichiarato come la centrale di Surbo gestita da “Agroenergia Mazzarella Società Agricola s.rl.” (in contrada Mazzarella), fosse autorizzata alla “Digestione anaerobica di biomasse”, alimentata soltanto con gli scarti delle lavorazioni agricole e di essere in possesso di tutti i requisiti per ottenere la Dia (Dichiarazione Inizio Attività). La Procura, invece, sostiene che l’impianto utilizzasse digestato liquido e altre sostanze proibite per lo smaltimento dei rifiuti, incorrendo nell’ipotesi di reato contestato ed incidendo negativamente sull’ambiente. Alla luce di ciò, l’impianto avrebbe dovuto richiedere tutte le specifiche autorizzazioni. La tesi accusatoria si è basata anche sulla consulenza tecnica del perito Francesco Fracassi.

La società, dal canto suo, ritiene che per quel tipo d’impianto non ci fosse bisogno dell’autorizzazione “contestata” dagli inquirenti.

L’inchiesta ha preso il via da una serie di accertamenti, a seguito della vicenda giudiziaria che ha coinvolto la centrale a biogas di Galatone (sequestrata nel luglio di quattro anni fa, dai militari del Corpo forestale dello Stato.



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