Nell’interrogatorio di garanzia, durato circa mezz’ora, il 22enne di Otranto – arrestato e finito ai domiciliari per aver adescato e stuprato una 16enne – ha cercato di difendersi dall’accusa, pesante, di «violenza sessuale aggravata». Assistito dal suo avvocato, Ubaldo Macrì, ha risposto in mattinata a tutte le domande del Gip Edoardo D’Ambrosio, ricostruendo la sua versione dell’accaduto. Un racconto simile a quello della ragazzina, almeno fino ad un certo punto, il più importante.
Il 22enne ha confermato di aver conosciuto la studentessa su Instagram, uno dei social network più usati dalle giovani generazioni. I due hanno cominciato a scriversi, fino a darsi appuntamento a Nardò. A questo punto, il racconto dei due protagonisti di quella sera d’estate ha preso strade diverse. “Sono stata violentata” ha confidato la 16enne ai genitori (e poi ai Carabinieri). “Il rapporto in macchina era consenziente” ha replicato il ragazzo che ha respinto davanti al giudice ogni accusa. Lo dimostrerebbe, a suo dire, il fatto che i due si sarebbero nuovamente sentiti, anche dopo l’incontro a Nardò.
Il giovane ha, infine, confermato di avere avuto contatti con altre due ragazze. Pur ammettendo di aver scritto alcune frasi offensive su Instagram nei loro riguardi ha sostenuto di non averle mai adescate.
Il difensore dell’arrestato dovrebbe a breve presentare ricorso al Tribunale del Riesame.
