La Procura leccese chiede il rinvio a giudizio per otto imputati nell’inchiesta sul Comune di Surbo relativa alcune gare d’appalto e affidamenti d’incarichi, in “odor di mafia”.
I nomi
Si tratta di Giovanni Frassanito, 57 anni di Veglie, responsabile del settore Servizi Tecnici del Comune; Antonio Pellegrino, 42enne boss di Squinzano, già condannato per associazione mafiosa; Oronzo e Vincenzo Trio, di 37 e 39 anni, rispettivamente amministratore di fatto e procuratore speciale della Trio Costruzioni srl, di Surbo; Alessandro Monaco, 41 anni di Lecce, direttore tecnico della Trio Costruzioni; Giuseppe Conte, 63enne, di Surbo e Oronzo Fasano, 41enne di Surbo, esecutori materiali dei lavori; Franco Mele, 53 anni, di Surbo, titolare dell’impresa sub-appaltatrice.
Rispondono a vario titolo ed in diversa misura delle ipotesi di reato di minacce aggravate dal metodo mafioso, frode, falsità materiale in atti pubblici. Adesso sarà il gup designato, a fissare la data dell’udienza preliminare.
Gli episodi contestati dalla Procura si sarebbero verificati tra maggio del 2012 e luglio del 2014. Secondo l’accusa, Vincenzo e Oronzo Trio, Monaco, Conte, Fasano, Mele e Frassanito avrebbero commesso una frode nell’esecuzione dell’appalto pubblico per Piazza Unità Europea, nel centro di Surbo. Nello specifico, avrebbero computato lavori mai effettuati o realizzati in difformità rispetto al capitolato tecnico dell’appalto, di valore superiore ad un milione di euro, falsificandone i relativi certificati di regolare esecuzione. In particolare, avrebbero utilizzato basoli di diverso spessore e compiendo uno scavo inferiore al previsto.
Sotto la lente d’ingrandimento della Procura sono finiti anche i lavori di urbanizzazione primaria in zona Fontanelle. Vincenzo Trio e Monaco avrebbero computato lavori di sbancamento mai effettuati, per un valore complessivo di oltre 20mila euro. Grazie al contributo di Frassanito che avrebbe fornito il certificato di regolare esecuzione dei lavori, in cui veniva falsamente attestato che si erano svolti in conformità dei patti contrattuali e che i prezzi applicati alle singole categorie erano quelli previsti dal contratto.
Le “accuse” della Procura riguardano anche le minacce verso alcuni operai per costringerli a non ribellarsi al mancato pagamento degli arretrati nello stipendio e del Tfr.
Oronzo Trio si sarebbe servito della forza intimidatrice di Antonio Pellegrino appartenente alla Sacra Corona Unita. In un caso, il pluripregiudicato avrebbe indirizzato all’operaio, attraverso una terza persona, la minaccia “anziché metterci una pietra sopra, la pietra gliela tiro in faccio”. In un’altra circostanza avrebbe proferito la frase “altrimenti stamattina io lo faccio mettere in un sacchetto di plastica della spazzatura e lo faccio scendere alla spazzatura direttamente”.
Inoltre, Vincenzo e Oronzo Trio sono accusati di avere sostenuto economicamente la campagna elettorale di Franco Vincenti, 62 anni di Surbo, assessore ai Lavori Pubblici, candidato alle elezioni comunali del 2013. Attraverso contributi, senza la deliberazione dell’organo societario della Trio s.r.l. e senza la regolare iscrizione nel bilancio della società. Ad esempio, i due Trio facevano istallare un palco per un comizio elettorale di Vincenti, nel maggio del 2013.
Riguardo quest’episodio, il pm ha proceduto allo stralcio e chiederà l’archiviazione del procedimento. I tre indagati rispondevano del reato di finanziamento illecito ai partiti.
Franco Vincenti è difeso dall’avvocato Cristiano Solinas.
Gli altri imputati sono assistiti, tra gli altri, dai legali: Antonio Savoia, Roberta Capodieci, Elvia Belmonte, Luigi Rella, e Laura Minosi.
La Commissione d’inchiesta
Ricordiamo che nelle settimane scorse, si è insediata una commissione di accesso per verificare, se ci siano i presupposti per lo scioglimento del Comune di Surbo, a causa di infiltrazioni mafiose. L’iniziativa del Prefetto Claudio Palomba (su delega del Ministero dell’Interno) si è ritenuta necessaria, dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura leccese.
L’inchiesta bis della Procura
Inoltre, dopo la chiusura di questa prima inchiesta, i carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Lecce hanno acquisito altri documenti in municipio. Tale iniziativa si è resa necessaria, dopo che i carabinieri hanno depositato in Procura, un’informativa di oltre 100 pagine su alcuni episodi sospetti che vedrebbero il coinvolgimento, tutto da accertare, dell’amministrazione comunale di Surbo.
Si tratta dunque dell’inchiesta bis, con i nominativi di due amministratori iscritti nel registro degli indagati. Il periodo “contestato” riguarda gli anni 2013, 2014 e 2015.Questa costola dell’inchiesta madre vuole far luce sulla nuova destinazione urbanistica dei terreni agricoli per ampliamento del parco commerciale di Surbo, la realizzazione degli impianti della fogna bianca; la palestra da destinare alle attività di anziani e disabili.
