“Incastrato” dal Dna presente sulla sigaretta, rapinatore condannato a 5 anni

Con l’arma aveva minacciato e costretto un dipendente di un supermercato a consegnargli il denaro contenuto all’interno del registratore di cassa.

sigaretta

Arriva una condanna a 5 anni per il rapinatore di un supermercato, “incastrato” dal Dna rilevato su un mozzicone di sigaretta.

Il gup Antonia Martalò, al termine del giudizio abbreviato, ha ritenuto Maurizio Leone, 42enne originario di Veglie, colpevole del reato di rapina aggravata. È assitito dall’avvocato Maria Cristina Brindisino che presenterà ricorso in Appello.

L’uomo si era presentato all’interno del supermercato A&O di via Giovanni De Rosis, impugnando una pistola. Con l’arma aveva minacciato e costretto un dipendente a consegnargli il denaro contenuto all’interno del registratore di cassa. Infine, con il bottino in mano di circa 800 euro, era scappato per le stradine del rione Casermette, facendo perdere le sue tracce.

Era il 21 gennaio 2017. Quasi un anno dopo, l’autore di quell’assalto è stato individuato e arrestato dalla Polizia.

Gli agenti della sezione antirapina della squadra mobile, infatti, hanno bussato alla porta della sua abitazione, stringendo un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa dal Gip.

Le indagini, serrate e puntuali

La caccia all’uomo era iniziata subito dopo il colpo, consumato quando il supermercato era affollato di clienti, terrorizzati per l’accaduto. A tradire il rapinatore è stato un mozzicone di sigaretta, ritrovato a pochi passi dall’esercizio commerciale.

Dal reperto è stato isolato il profilo genetico, una impronta biologica compatibile con quella di Leone. Non solo, durante la ricostruzione del tragitto effettuato dal malvivente durante la fuga, è stata ritrovata lauto con cui aveva raggiunto il supermercato, una Renault Clio bianca.  La macchina era stata parcheggiata in una strada vicina e da lì il 41enne aveva raggiunto a piedi il supermercato preso di mira.



In questo articolo: