Maxi truffa all’INPS: condannate dodici persone

Nella tarda serata di ieri, è arrivata la sentenza del processo di primo grado per una maxi truffa all’INPS che ha decretato la condanna di dodici imputati, tra cui anziane signore salentine che simulavano patologie inesistenti.

Il processo di primo grado per la maxi truffa all’INPS si è concluso nel pomeriggio inoltrato di ieri, con la richiesta di condanna dei principali imputati.

L’accusa era di associazione a delinquere e falsa perizia, per avere, a partire dal 2006 e fino al 2008, compiuto numerose azioni di truffa, accompagnate da perizie e certificati medici falsi, al fine di ottenere cospicue indennità d’accompagnamento.

Il Presidente del Collegio della Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce, Dott. Stefano Sernia ha sostanzialmente confermato le richieste del Pubblico Ministero Carmen Ruggiero, chiedendo la condanna: alla pena di 7 anni e 5 mesi per Addolorata Perfetto, avvocato originario di Giuggianello, ma residente a Lecce, considerata a capo dell’organizzazione e difesa dall'avv. Luigi Covella; 3 anni per la segretaria della Perfetto, Daniela D’Alba di Melendugno; 2 anni e 8 mesi per i “procacciatori” di clienti, Maria Immacolata Costantini di San Donato, Maria Francesca Mazzeo di Martignano, Giuseppe Buscicchio di Lecce, Maria Rosalba Marra di Galatina e Salvatore Marcianò di Corigliano d’Otranto. Per questi stessi imputati (esclusa la D’Alba), il giudice ha disposto (in aggiunta alle richieste del PM), una volta espiata la pena, la misura di sicurezza della libertà vigilata. Inoltre il Collegio ha condannato a: 2 anni e 4 mesi, Antonia Maggio di Minervino; 2 anni e 3 mesi, Oronza Schirinzi di Monteroni, Assunta Scapecchi di Trepuzzi e Giuseppa Pacifico di San Pietro in Lama; 1 anno e 6 mesi, Gioconda Greco di Nardò. Tutte quante, secondo l’accusa, anziane signore “ammaestrate” a simulare patologie inesistenti di fronte ai medici specialisti della ASL, in modo da ottenere, inducendoli all’errore, dei falsi certificati che dovevano poi esibire in presenza del consulente tecnico, nominato dal giudice del lavoro.

Fondamentali per il buon esito delle indagini preliminari, sono risultate alcune intercettazioni telefoniche e le attività di appostamento ed osservazione effettuate da ufficiali della Guardia di Finanza, nei pressi delle abitazioni delle anziane signore.  

di Angelo Centonze



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