Minacce estorsive ad un dipendente extracomunitario? Condannato un ristoratore leccese

Il gup, al termine del giudizio abbreviato, ha ritenuto l’imputato colpevole del reato di estorsione continuata. I fatti si sarebbero verificati fino al febbraio del 2015.

Tribunale penale Lecce

Era accusato di minacce estorsive ai danni di un dipendente e per un ristoratore è arrivata la condanna.

Il gup Simona Panzera, al termine del giudizio abbreviato, ha inflitto la pena di 2 anni e 6 mesi ad un 45enne leccese, titolare di un noto locale del centro, disponendo anche il pagamento di una multa di 2mila euro ed il risarcimento del danno in favore della vittima ( da liquidarsi in separata sede). Il giudice ha comunque riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche. Il dipendente, un cittadino extracomunitario, si è costituito parte civile con l’avvocato Carlo Viva. In precedenza, il pm Roberta Licci ha invocato la condanna a 3 anni e 8 mesi. Rispondeva del reato di estorsione continuata

I fatti si sarebbero verificati nel febbraio del 2015

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Secondo l’accusa, il ristoratore dopo aver concordato l’assunzione dell’extracomunitario come lavapiatti, gli avrebbe assicurato la regolarizzazione del rapporto di lavoro, mediante contratto. Solo all’inizio dell’impiego, gli avrebbe invece comunicato la corresponsione di 10 euro all’ora e “in nero”. In realtà, gli avrebbe dato somme inferiori a quelle pattuite e con forte ritardo. Di fronte alla legittima opposizione del dipendente, L’imprenditore lo avrebbe minacciato, dicendogli che se non accettava quelle condizioni di lavoro (contrarie alla legge ed alla contrattazione collettiva) sarebbe stato licenziato. Non solo, poiché ritiene l’accusa che, nel momento in cui il lavapiatti avrebbe domandato la corresponsione di 190 euro (per un totale di 19 giorni non pagati), le minacce si sarebbero fatte ancor più pesanti. L’imputato avrebbe proferito al suo indirizzo, le frasi “se vieni ti taglio la testa e ci giochiamo a pallone”, mimando il gesto del taglio della gola.



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