Morte studente del Liceo “De Giorgi”: i genitori di Andrea De Gabriele si costituiscono parte civile

Si è tenuta in mattinata l’udienza preliminare. Il gup dovrà decidere, nei prossimi mesi, se rinviare a giudizio la Preside del del Liceo “De Giorgi” e il professore di educazione fisica.

I genitori di Andrea De Gabriele, lo studente morto a scuola cadendo in un lucernario, si costituiscono parte civile.

È accaduto, in mattinata, nel corso dell’udienza preliminare dinanzi al gup Carlo Cazzella.
Inoltre, i legali della famiglia hanno chiesto ed ottenuto dal giudice, la citazione del MIUR e della Provincia di Lecce, come responsabili civili. L’udienza è stata aggiornata al 13 marzo prossimo.

La madre del ragazzo è assitita dal legale Francesca Conte, mentre il padre è difeso dall’avvocato Luigi Corvaglia. Gli altri familiari, invece, sono difesi dall’avvocato Antonio De Mauro.

L’inchiesta

La Procura, nei mesi scorsi, ha chiuso l’inchiesta sulla morte dello studente del Liceo De Giorgi, avvenuta l’8 gennaio di quattro anni fa in circostanze poco chiare.

Nella richiesta di rinvio a giudizio, a firma del pm Elsa Valeria Mignone (che ha ereditato il fascicolo dal collega Giuseppe Capoccia), compaiono i nomi della dirigente scolastica Giovanna Caretto, 56enne di Surbo e Giuseppe Casilli, 64 anni di Cavallino, professore di educazione fisica.

I due indagati rispondono dell’ipotesi di reato di omicidio colposo. La Preside è assistita dall’avvocato Stefano De Francesco. Invece, il docente è difeso dal legale Luigi Covella.

La Dirigente Scolastica è accusata di avere adibito uno spazio inidoneo, privo di qualsiasi supporto, ad uso sportivo senza aver mai segnalato l’altissimo rischio per l’incolumità degli studenti, privo di adeguate misure di sicurezza che lo rendessero inaccessibile. Il professore Casilli, invece, non avrebbe adottato la necessaria vigilanza sugli alunni durante l’ora di lezione, in cui avvenne la tragedia. Inoltre, si sarebbe allontanato dal luogo dove sarebbe caduto De Gabriele per andare a recuperare un pallone in direzione opposta.

L’opposizione all’archiviazione

Ricordiamo che il Gip Vincenzo Brancato ha accolto, nei mesi scorsi, l’opposizione all’archiviazione della difesa dei familiari della vittima. Nell’ordinanza del giudice veniva richiesto di acquisire le telefonate effettuate al 118 e si profilava la responsabilità dell’insegnante che doveva vigilare durante l’ora di lezione. La “parola” è dunque passata nuovamente al pubblico ministero che ha effettuato nuovi accertamenti.

Nell’udienza del 4 marzo 2017 innanzi al gip, i legali della famiglia De Gabriele hanno chiesto l’imputazione coatta dell’insegnante presente al momento tragedia e chiesto l’ascolto di altri studenti per verificare se ci fossero delle sedie vicino alla recinzione (il ragazzo ne avrebbe usata una, per scavalcare). Hanno poi ribadito che, in base ai risultati della consulenza tecnica di parte, emergerebbe come siano state violate tutte le norme in materia di sicurezza previste dalla legge.

I fatti

Lo studente Andrea De Gabriele, 17enne originario di Campi Salentina ma residente a Veglie, cadde all’interno di un lucernario adiacente al cortile della succursale del Liceo Scientifico “De Giorgi” di Lecce. Il ragazzo che intorno alle ore 13 dell’8 gennaio 2013 si trovava insieme ai suoi compagni nel cortile del “De Giorgi”, nella sede del rione “San Pio”, stava per rientrare in aula al termine dell’ora di educazione fisica, quando si è arrampicato aiutandosi presumibilmente con una sedia su una grata, che delimita l’area utilizzata dagli studenti, probabilmente per recuperare il giubbino (da quanto emerso nel corso delle indagini, sarebbe stato lanciato per gioco da un suo compagno).

Dopo aver superato la grata della recinzione che delimita il campo di pallavolo con un grande lucernario, appoggiò un piede su un pannello di quest’ultimo (costituito da una rete metallica sottilissima), che cedette sotto il peso del giovane, facendo precipitare Andrea nel vuoto per una decina di metri. A nulla servirono i soccorsi ed il 17enne morì in ospedale.



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