Morte di tre ragazzi dopo incidente stradale. Ex dirigente della Provincia assolto dall’accusa di omicidio colposo

Il terribile incidente stradale si verificò durante la notte, a cavallo tra la vigilia e il giorno di Natale del 2012, sulla strada che collega Minervino di Lecce a Giuggianello.

Arriva l’assoluzione per un ex dirigente della Provincia, accusato di omicidio colposo per la morte di tre giovani, dopo un terribile incidente stradale.

Al termine del processo, il giudice monocratico Annalisa De Benedictis ha assolto con formula piena, “perché  il fatto non sussiste”, Stefano Zampino, 57enne, nato a Napoli, ma residente a Lecce. L’imputato rispondeva dell’accusa di omicidio colposo, nelle vesti, all’epoca dei fatti, di Dirigente del Servizio Viabilità della Provincia di Lecce.

Il giudice ha accolto la richiesta di assoluzione dell’avvocato Alessandro De Matteis, legale di Zampino. La difesa ha sostenuto che non c’era alcun obbligo di legge che prevedeva l’installazione di una barriera a ridosso dell’albero di ulivo e non è mai stata segnalata all’ingegnere Zampino l’esistenza di alcuna criticità in quel tratto stradale. Inoltre, secondo la difesa, un’eventuale installazione di una barriera non avrebbe comunque evitato la tragedia.

Anche il pm Alberto Santacatterina aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato.

Il terribile incidente stradale si verificò durante la notte, a cavallo tra la vigilia e il giorno di Natale del 2012, sulla strada che collega Minervino di Lecce a Giuggianello. I tre giovani coinvolti nel sinistro stradale erano tutti di Uggiano La Chiesa. La Jaguar con a bordo Armando Viceconte, militare dell’aeronautica di appena 21 anni che prestava servizio al Nord, Alberto Leo, anch’egli 21enne, (figlio dell’ex sindaco di Uggiano la Chiesa, Maria Cristina Rizzo) e Antonio Junior Rubrichi, di 20 anni è andata ad impattare violentemente contro un muretto. Subito dopo, il veicolo si è schiantato contro un albero d’ulivo.

Quando i soccorritori hanno estratto i corpi dalle lamiere, il solo Rubrichi era ancora vivo. Ricoverato nell’ospedale di Lecce, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, ma non è riuscito a sopravvivere, dopo sei mesi di coma.

Alla chiusura delle indagini preliminari, venne contestata dal pm Carmen Ruggiero l’accusa di omicidio colposo al dirigente provinciale Stefano Zampino.

Le contestazioni riguardavano la gestione e manutenzione del tratto stradale, nonché una mancanza di adeguata “protezione” dell’albero d’ulivo secolare, collocato a poca distanza dalla carreggiata.

Al termine dell’udienza preliminare il gup Stefano Sernia, stabilì il “non luogo a procedere” per il dirigente provinciale. Non solo, il giudice chiese che venissero trasmessi gli atti al pubblico ministero per accertare eventuali responsabilità su chi avesse divelto i segnali stradali che indicavano il limite di velocità di 50km orari sul tratto di strada “incriminato”.

In seguito, come disposto dalla Corte di Cassazione, venne celebrata una nuova udienza preliminare, al termine della quale, Zampino venne rinviato a giudizio dal gup Giovanni Gallo.

Il successivo processo si è concluso con l’assoluzione dell’imputato.