Noemi era ancora viva quando è stata ricoperta di pietre? La verità nei risultati dell’autopsia

Cresce l’attesa per i risultati dell’autopsia che saranno depositati nelle prossime ore. Sono ancora tanti i dubbi sulla morte della 15enne di Specchia che potrebbe essere stata sepolta viva dal suo ex fidanzato.

Noemi era ancora viva quando fu sepolta sotto le pietre prelevate da un muretto a secco? Respirava quando il terreno, nelle campagne di Castrignano del Capo, è stato trasformato dal suo assassino in una tomba a cielo aperto per dieci lunghissimi giorni? Da tempo, il timore che la 15enne di Specchia sia stata lasciata da sola, a morire alle prime luci di una mattina di inizio settembre ha reso ancor più triste e doloroso il delitto, confessato dal suo ex fidanzato che ha condotto gli uomini delle forze dell’ordine nell’uliveto.

Il ragazzo, ora 18enne, ha ritrattato l’omicidio in una lunga lettera consegnata nelle mani di un agente di polizia penitenziaria del Carcere di Quartucciu, in Sardegna. Una missiva in cui tenta di scagionarsi gettando ombre su un meccanico di Patù.

Per sapere se si tratta di un dubbio fondato bisognerà attendere i risultati dell’autopsia eseguita sul corpo malmesso della studentessa di Specchia, dal medico legale Roberto Vaglio, incaricato dalla procura insieme ai colleghi i Francesco Introna, nominato dagli avvocati Mario Blandolino e Giulia Bongiorno per conto della madre della vittima ed Ermenegildo Colosimo incaricato dagli avvocati Luigi Rella e Paolo Pepe per l’indagato.

Le prime risposte

Picchiata a mani nude e poi accoltellata con quell’arma che l’ex fidanzato ha disegnato su un foglio di carta durante la confessione. Questa la prima ricostruzione delle ultime ore di Noemi, scomparsa all’alba del 3 settembre.  Il coltello da cucina però non è mai stato ritrovato. L. ha dichiarato di averlo avvolto in una maglietta dopo che la punta si era spezzata e nascosto in una buca ricavata nel terreno di una campagna diversa da quella dove ha seppellito il corpo di Noemi. Non ha (o avrebbe) usato pietre, come si era pensato in un primo momento.

Noemi era vestita quando è stata ritrovata, aveva addosso gli stessi indumenti indossati quando è salita in macchina del suo assassino che era passato a prenderla con l’auto della mamma pur non avendo la patente.

L’esame non ha sciolto tutti i dubbi. La verità su come sia morta Noemi arriverà nelle prossime ore.

Intanto, questa mattina, sarà conferito l’incarico ai due consulenti che dovranno eseguire alcuni accertamenti tecnici non ripetibili. All’ingegnere Claudio Leone, toccherà analizzare il materiale informatico sequestrato nei mesi scorsi a cominciare dal telefonino di L. e delle persone informate sui fatti. Il medico Vincenzo Verdoliva che dovrà trovare alcune tracce di Dna nei reperti ‘raccolti’ nell’auto o nella campagna dove è stato trovato il corpo di Noemi.



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