Omicidio di Martano. Arrestati i soci di Massimo Bianco

15 giorni per ricostruire quanto accaduto quella mattina del 29 giugno. In manette con l’accusa di omicidio, distruzione di cadavere e porto illegale di armi sono finiti Antonio Zacheo, 27 anni, e Antonio Gabrieli, 53 enne.

La scoperta del cadavere di Massimo Bianco nelle campagne tra Martano e Carpignano Salentino poi le indagini. 15 giorni per ricostruire quanto accaduto quella mattina del 29 giugno.

Nulla è stato lasciato al caso da quando, in una campagna nel cuore della grecìa salentina, era stato trovato senza vita Massimo Bianco, 41enne di Martano. Nessuna pista era stata esclusa, fin dal primo momento: da quella legata al suo passato che lo aveva reso noto alle forze dell’ordine per alcuni episodi di estorsione, usura e detenzione di stupefacenti a quella lavorativa.

Si è tentato di ricostruire minuziosamente gli ultimi istanti di vita dell’imprenditore edile cercando elementi utili a far luce sulla vicenda nei tabulati telefonici, nelle dichiarazioni di amici e conoscenti, nell’autopsia sul quel corpo semi carbonizzato, riconosciuto solo grazie ad alcuni effetti personali. Poi la svolta. Ad essere iscritti nel registro degli indagati furono i due soci del 41enne, gli ultimi ad averlo visto vivo. I sospetti fin da subito si erano concentrati su di loro. Dopo aver pranzato insieme perché Bianco si era fatto accompagnare in un luogo così isolato? Chi avrebbe dovuto incontrare, da solo, in un posto quantomeno insolito? A chi aveva dato fastidio per essere freddato con un unico fatale colpo? Il loro racconto, infatti, non deve aver convinto del tutto gli inquirenti.

Fatto è che i militari del Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. A finire in manette sono Antonio Zacheo, 27enne e Antonio Gabrieli 53enne entrambi originari di Martano e molto vicini alla vittima con cui avevano rapporti di lavoro. L'accusa è di omicidio e distruzione di cadavere in concorso nonché di porto illegale d’arma. Il GIP del Tribunale di Lecce, Dott. Maritati, accogliendo la ricostruzione dei fatti presentata del magistrato del Pubblico Ministero e supportata dalle evidenze investigative raccolte in 15 giorni di indagini, ha emesso la misura cautelare che è stata eseguita nel corso del pomeriggio.

I due arrestati, dopo le formalità di rito sono stati associati alla Casa Circondariale di Lecce, dove saranno a disposizione dell’A.G. per il rituale interrogatorio di garanzia. Resta ancora da capire quale sia il movente, il vero motivo.



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