Ex carabiniere assassinato con quattro colpi di fucile a Copertino. La “verità” dalla perizia balistica

Presso i laboratori del Ris dei Carabinieri di Roma sono iniziatele operazioni peritali, dopo il sequestro di due fucili appartenenti ad un uomo di San Donaci.

È stato conferito l’incarico per effettuare gli accertamenti balistici per fare luce sull’omicidio dell’ex carabiniere Silvano Nestola, assassinato con quattro colpi di fucile a Copertino. Presso i laboratori del Ris dei Carabinieri di Roma sono iniziatele operazioni peritali, durate circa quattro ore, dopo il sequestro di due fucili appartenenti ad un uomo di San Donaci.

Sarà la perizia balistica a stabilire se ci sia un nesso significativo tra le armi sequestrate e i bossoli o i frammenti degli stessi ritrovati sul luogo del delitto.

Su incarico della Procura, i Ris dovranno verificare l’eventuale presenza di impronte papillari o tracce biologiche sui quattro bossoli calibro 12. Non solo, poiché i Ris dovranno accertare se ci siano frammenti di bossoli sui reperti sequestrati. E la presenza di residui di polvere da sparo sui fucili e sugli indumenti sequestrati alla coppia. Le operazioni peritali continueranno nella giornata del 25 maggio.

Gli accertamenti tecnici dei Ris riguardano anche eventuali aspetti dattiloscopici e di microscopia elettronica, in relazione ai reperti sequestrati durante le indagini.

Ricordiamo che nell’inchiesta coordinata dai pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina, risultano indagati a piede libero (al momento come atto dovuto), il 70enne di San Donaci, Michele Aportone e la moglie Rossella Manieri, 62 anni, orginaria di Copertino, per l’ipotesi di reato di omicidio volontario aggravato e violazioni in materia di detenzione di armi.

Difesi dall’avvocato Francesca Conte, hanno nominato come consulente balistico di parte l’ex generale dei carabinieri, Luciano Garofano.

Il fratello e la sorella della vittima, assistiti dall’avvocato Enrico Cimmino ed i genitori,difesi dall’avvocato Vincenzo Maggiulli, hanno nominato invece il perito balistico Maico Antonio Valerio Turso.

E nelle scorse ore, dopo il decreto di perquisizione informatica, sono finiti sotto sequestro i telefonini ed il computer della coppia indagata per l’omicidio dell’ex carabiniere. Non solo, anche i dispositivi elettronici in uso alla figlia (non indagata), con cui l’ex carabiniere aveva avuto una frequentazione. In precedenza, erano stati sequestrati i dispositivi elettronici della vittima, in cerca di elementi utili alle indagini.

Nei giorni scorsi, invece, vi è stato un nuovo sequestro di armi in casa dei coniugi di San Donaci indagati a piede libero per l’omicidio di Silvano Nestola. Sono stati sequestrati una pistola beretta calibro nove priva di caricatore, due caricatori di pistole vuote, 50 cartucce calibro 9 ed anche una scimitarra da collezione, con una lama di 70 centimetri, legalmente detenuti da Rossella Manieri, titolare di porto d’armi. Anche se c’è da specificare che il sequestro è un atto dovuto nell’ambito dell’inchiesta e le armi non hanno un collegamento diretto con l’omicidio.

I risultati dell’autopsia

È stato eseguito, nella giornata di venerdì, l’esame autoptico dell’ex carabiniere, assassinato a Copertino nei pressi dell’abitazione della sorella. Il medico legale Roberto Vaglio, ha rilevato che Nestola è stato assassinato con quattro fucilate. Nel corpo della vittima sono state rilevate una quarantina di lesioni provocate dalla rosa di circa 40 proiettili (pallini), di misure differenti, esplosi dalle quattro cartucce con cui era stato caricato il fucile semiautomatico calibro 12, in mano al killer. E poi, il sequestro ha riguardato anche una serie di indumenti: un maglione, una felpa, tre berretti, una giacca mimetica e due torce.

Silvano Nestola, ex carabiniere, è stato colpito a morte il 3 maggio, intorno alle 22.00, a pochi passi dall’abitazione della sorella, dove era andato a cena con il figlio di 10 anni come quasi tutte le sere. L’assassino che a volto coperto ha premuto il grilletto sapeva di trovarlo lì. Conosceva quell’abitudine e lo ha atteso prima di colpirlo a morte. Ed assieme al killer, non è da escludere che sul luogo del delitto vi fosse un complice.



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