Era stato condannato al carcere a vita Andrea Taurino, il 35enne di Trepuzzi accusato di omicidio volontario aggravato dall’uso di sostanze stupefacenti e dai futili motivi. Il giovane a volante della sua Fiat 500 aveva travolto e ucciso Franco Amati, un pasticciere 67enne di Lecce, con la passione per il ciclismo che stava percorrendo in sella alla bicicletta una stradina secondaria che da Casalabate conduce alla vicina Squinzano, non lontano da Torre Rinalda.
Non solo, il 35enne era accusato anche di tentato omicidio, lesioni personali aggravate e omissione di soccorso, per aver travolto anche Ugo Romano, scampato alla tragedia per miracolo. La Corte di Appello ha ridotto la pena a 20 anni (dieci in meno rispetto ai 30 anni di reclusione che aveva ‘ricevuto’ scegliendo il giudizio abbreviato), accogliendo – almeno in parte – le motivazioni del legale dell’uomo, Marco Pezzuto. I giudici (Presidente Roberto Tanisi) hanno escluso l’aggravante dei futili motivi. Il 35enne è stato inerdetto dai pubblici uffici per tutta la durata della pena.
Confermati, invece, i risarcimenti verso le parti civili stabiliti in primo grado.
Il difensore di Taurino ha già annunciato che presenterà ricorso in Cassazione, una volta che saranno pubblicate le motivazioni della sentenza, ritenendo che il reato di omicidio volontario debba essere derubricato in omicidio colposo.
“Non volevo uccidere nessuno”
Pochi minuti dopo l’arresto, parlando con il suo legale, Taurino ha negato di aver litigato con i due ciclisti e soprattutto di essersi scagliato volontariamente contro di loro, buttandoli giù come se fossero birilli. È la sua parola, contro quella del 62enne. «Ci è venuto addosso di proposito» ha raccontato il ciclista sopravvissuto, ricordando quei drammatici momenti in cui ha visto morire l’amico.