Omicidio Greco-Marino a Campi Salentina, chiesto l’ergastolo anche in secondo grado per Cippone e Perrino

Il 20 giugno prossimo è attesa la sentenza. Francesco Cippone e Mino Perrino sono accusati dell’omicidio volontario di Luca Greco e Massimiliano Marino avvenuta il 10 marzo del 2013. Il Procuratore generale ha chiesto per i due la massima pena.

Ammazzarono Luca Greco e Massimiliano Marino, assieme ad un complice e ieri il procuratore generale ha invocato l'ergastolo nel processo di secondo grado nei confronti di Mino Perrino e Francesco Cippone. Il duplice omicidio avvenne il 10 marzo del 2013, nelle campagne di Campi Salentina.
 
Dinanzi alla Corte di Assise di Appello (Presidente Vincenzo Scardia), il pg Nicola D'Amato ha chiesto il carcere a vita con l'accusa di omicidio volontario, per i due imputati già condannati alla stessa pena in primo grado.
 
Sempre nella giornata di ieri hanno discusso l'avvocato Andrea Sambati, legale di Cippone e gli avvocati Francesca Conte e Giuseppe Lefons per le parti civili  i familiari di Greco e Marino. Il 20 giugno prossimo, dopo la requisitoria del legale di Perrino, l'avvocato Ladislao Massari, è attesa la sentenza per un processo che già in primo grado ha tenuto col fiato sospeso la comunità di Campi Salentina.
 
Il gup Vincenzo Brancato aveva condannato entrambi “nell'abbreviato", conclusosi il 23 febbraio del 2015, alla pena dell'ergastolo. Anche il loro complice Franz Occhineri, difensore Antonio Savoia, è stato condannato al carcere a vita, dalla Corte di Assise presieduta da Roberto Tanisi, il 4 febbraio scorso.
 
Secondo la ricostruzione degli inquirenti (le indagini sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce) Perrino e Occhineri sarebbero partiti assieme dalla casa del primo, in direzione località "Monticelli", dove si sarebbe consumato l'omicidio. I due avrebbero condotto Marino e Greco (arrivarono con la macchina del primo), presso una casa in costruzione nelle campagne di Campi Salentina, dove ad attenderli c'era anche Cippone. I tre amici avrebbero prima pugnalato Greco, con ben quindici fendenti ed esplodendogli poi contro anche un colpo di pistola e con la stessa arma avrebbero sparato diverse volte contro Marino. Successivamente, Perrino, Cippone ed Occhineri si sarebbero adoperati ad incendiare, in un luogo lontano da quello dell’omicidio, la Lancia Lybra di Massimiliano Marino. I tre complici si sarebbero creati un alibi per le 17 (Occhineri avrebbe preso un caffè presso una stazione di benzina, mentre Perrino si sarebbe recato con il figlio a prendere un gelato). Riguardo l'operazione di occultamento di cadavere, questa sarebbe avvenuta nella tarda serata;  assieme al complice Luigi Tasco, avrebbero soppresso i cadaveri di Greco e Marino, trasportandoli in un’altra località e gettandoli in una cisterna colma dacqua.
 
Il Pubblico Ministero, già nella requisitoria del processo in abbreviato per gli altri due imputati, aveva ritenuto "debole" il movente passionale, in base al quale l'omicida reo confesso, Perrino avrebbe agito spinto dalla gelosia per gli apprezzamenti e le avances di Marino, nei confronti di sua moglie ed ex compagna di Occhineri, mentre Luca Greco avrebbe avuto solo il ruolo di scomodo testimone.
 

Illuminanti, secondo il pm Capoccia, le parole di Tasco che avrebbe detto, in riferimento all'omicidio compiuto da Perrino, Cippone ed Occhineri, la frase non coinvolgetemi nei "cazzi vostri", che interpretando il linguaggio criminale, si riferirebbe ad affari illeciti.



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