Omicidio-suicidio a Novoli, la Procura vuole ricostruire la tragedia. Disposta l’autopsia

Si tratta di un accertamento al solo scopo di ricostruire con ulteriori dettagli, la dinamica dei fatti, anche perché il medico legale ha già effettuato un primo esame

La Procura dispone l’autopsia sui corpi di marito e moglie, dopo l’omicidio-suicidio consumatosi a Novoli, nela notte tra sabato e domenica. Il pubblico ministero di turno Giorgia Villa, nelle prossime ore, conferirà l’incarico al medico legale Roberto Vaglio. Si tratta di un accertamento al solo scopo di ricostruire con ulteriori dettagli, la dinamica dei fatti, anche perché il medico legale, giunto sul luogo della tragedia, ha già effettuato un primo esame esterno cadaverico.

Sarebbero almeno quattro i fendenti inferti da Matteo Verdesca alla moglie Donatella Miccoli, sferrati con un coltello da cucina, di cui uno mortale alla gola. L’autopsia riguarderà anche l’esame dei resti del 38enne originario di Veglie, il cui corpo è stato trovato carbonizzato, nelle campagne tra Novoli e Campi Salentina. L’uomo avrebbe cosparso di benzina la macchina e dopo essersi sdraiato dentro, avrebbe appiccato il fuoco.

Ricordiamo che intorno alle 2.00, tra sabato e domenica, gli uomini in divisa hanno scoperto il corpo senza vita di Donatella Miccoli, commessa in un negozio del centro commerciale di Surbo, madre di due bambini, uccisa a coltellate dal marito, Matteo Verdesca, corriere espresso, che è fuggito dopo il delitto. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Campi Salentina e della stazione di Novoli, la coppia era rientrata in casa, intorno alle 23.00, dopo una passeggiata in piazza per la festa di San Luigi, assieme ai bambini.

Una volta rientrati a casa, nella villetta che si affaccia su via Veglie, a Novoli, sarebbe scoppiata una lite tra i due. Ed i vicini, preoccupati, hanno chiamato le forze dell’ordine. Purtroppo per la donna, uccisa a coltellate, non c’era più nulla da fare, poiché il suo cuore aveva smesso di battere.

Il marito è fuggito dopo il delitto. Si è allontanato al volante di una Renault Twingo bianca, la stessa usata per togliersi la vita.

Lo hanno trovato i carabinieri che lo cercavano da ore nelle campagne della zona, carbonizzato.

Proprio alla mamma, l’uomo avrebbe in precedenza confessato tutto. “Ho fatto un casino“, avrebbe detto, prima di chiederle di andare a prendere i figli, un bimbo di due anni e una bambina di sette. Lui aveva anche un altro figlio, di 18 anni, nato da una precedente relazione.



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