Operazione antidroga “Vele”: chiesto il rinvio a giudizio per 46 persone. I nomi

Gli imputati dovranno presentarsi presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, il prossimo 11 settembre dinanzi al gup Sergio Tosi, per l’udienza preliminare.

La Procura chiede il rinvio a giudizio di 46 persone, coinvolte nella vasta operazione antidroga “Vele”. Gli imputati dovranno presentarsi presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, il prossimo 11 settembre, dinanzi al gup Sergio Tosi.

I nomi

Rischiano di finire sotto processo: Cristian Cito, 30 anni, di Lecce; Massimiliano Elia, 43 anni, di Lecce; Gianfranco Elia, 46 anni, di Lecce; Angelo Corrado, 38 anni. Rispondono di associazione di stampo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti.

E poi, Antonio Balloi, 72 anni, di Surbo; Cesario Filippo, 40 anni, nato a San Pietro; Saulle Politi, 47 anni, di Monteroni; Gabriele Tarantino, 40 anni, di Campi; Luca Pacentrilli, 30 anni, di Lecce; Antonio Restia, 54 anni, di Lecce; Oronzo Russo, 32 anni, di Lecce; Andrea Bisconti, 38 anni, di Lecce; Danilo De Tommasi, 30 anni; Rodolfo Franco, 62 anni, di San Cesario; Andrea Podo, 24 anni; Diego Podo, 34 anni.

E ancora, Josè Bruno Acquaviva, 36enne leccese; Gianpiero Aulla, 40 anni di San Pietro Vernotico; Daniele Balloi, 36 anni di Melendugno; Angelo Braì, 45 anni di Lizzanello; Gianluca Calabrese, 31 anni di Copertino; Antonio Calò, 46 anni di Lecce; Fabio Campa, 45 anni di Lecce; Marco De Lorenzi, 39 anni di Lecce; Vincenzo Sacha De Riccardis, 22enne leccese; Manuel Gigante, 37 anni di Lecce; Antonio Giglio, 46 anni di Brindisi; Antonio Giordano, 46 anni di Monteroni; Giuseppe Guido, 28 anni di Lecce; Soni Hajdari, 24 anni di Lecce; Cesare Iaia, 43 anni di Brindisi; Rudy Lubelli, 28 anni di Lecce; Mattia Monaco, 31 anni di San Cesario; Gianluca Palazzo, 43 anni di Lecce; Cristian Roi, 34 anni di Copertino; Gianluca Rubino, 27enne di Mesagne; Roberto Santo, detto Gemello, 44enne di Lecce; Michela Secondo, 39 anni di Lecce; Alessandro Serino, 47 anni leccese; Marianna Serio, 40 anni di Lecce; Antonio Sgura, 54 anni di Brindisi; Antonio Signorile, 48 anni di Brindisi; Kremar Skendaj, di origini albanesi, 46 anni; Giovanni Taurino, detto Gianni, 39 anni di Lecce; Riccardo Zingarello, 44enne leccese.

Sono accusati, a vario titolo ed in diversa misura, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti; detenzione e spaccio di droga.

Tra gli episodi contestati a Monaco e Palazzo, su mandato di Taurino, invece, i colpi di pistola ai danni di N. P. e A. S, esplosi a Lecce nel novembre del 2015. I tre rispondono di lesioni aggravate.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Umberto Leo, Mauro Cramis, Rita Ciccarese, Raffaele Benfatto, Pantaleo Cannoletta, Giuseppe De Luca, Ladislao Massari, Luciano De Francesco, Mariangela Calò, Ivan Feola, Cosimo D’Agostino, Gabriele Valentini, Roberta Capodieci, Antonio Savoia, Maria Cristina Brindisino, Laura Bruno, Anna Lisa Prete, Luciano Calò, Nicola Caroli, Giancarlo Raco, Dario Budano, Stefano Pati, Giuseppe Talò, Stefano Notarpietro, Alessandro Dell’Atti, Salvatore Rollo, Loredana Pasca, Alessandro Stomeo, Daniela De Liguori, David Alemanno, Pasquale Annicchiarico, Orazio Vesco, Cinzia Cavallo, Pietro Nocita, Roberto Ruggiero, Paolo Golia.

Gli arresti

Le indagini, coordinate dal pm Guglielmo Cataldi della Direzione Distrettuale Antimafia, portarono nel gennaio scorso a 16 arresti. Venne, infatti, sgominato un gruppo criminale operante a Lecce, nel quartiere Le Vele, che controllava parte del traffico e dello spaccio di droga. Inoltre, emersero atti intimidatori nei confronti dei famigliari del collaboratore di giustizia Gioele Greco.

Capi del sodalizio, i fratelli Massimiliano e Gianfranco Elia e Cristian Cito, referenti dei clan mafiosi di Pasquale Briganti e Cristian Pepe.

Quanto ricostruito durante le indagini è stato confermato dalle dichiarazioni di un ‘nuovo’collaboratore di giustizia, Angelo Corrado, un capo-maglia che ha deciso di “parlare” quando i debiti che aveva contratto durante l’attività criminale erano diventati talmente ingenti che era impossibile onorarli.



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