Ha gridato vendetta Sergio Pede, il 42enne di Otranto finito al centro dell’operazione «Orione», quando la sua Golf era stata distrutta dalle fiamme di un incendio che aveva avvolto la vettura, parcheggiata vicino. Per questo era andato, insieme a Giuseppe Angelino (quello delle foto compromettenti che hanno dato il via alle indagini), a bussare alla porta di un uomo di Uggiano la Chiesa, ritenuto ingiustamente l’autore del gesto ‘intimidatorio’. Con la forza lo ha costretto a salire sull’auto, all’interno della quale era stata installata una microspia e lo ha portato in un luogo isolato ai Laghi Alimini dove ha messo in scena un’esecuzione in stile mafioso, fortunatamente finta.
Brandendo la pistola, Pede non ha nascosto le sue intenzioni «Adesso ti sparo in testa e chiudiamo il discorso. O mi dici la verità o muori. Ti sparo e ti butto nel lago e qui non ti trova nessuno» ha intimato pretendendo che confessasse di essere stato lui a dare fuoco all’auto per chissà quale motivo. L’uomo ha continuato a professarsi innocente, ma non è servito.
Una volta scesi dalla macchina, Pede lo ha obbligato ad inginocchiarsi: «Mettiti con la testa per terra, ti devo sparare. Conto fino a tre. Mi devi dire la verità: “Vuoi vivere o morire?”. Allora facciamo una cosa, mi devi dire: “sono stato io!”».
Davanti all’ennesimo diniego, non contento il 42enne ha chiesto alla sua preda di consegnargli 8mila e 400 euro per l’incendio. La situazione si è fatta sempre più drammatica: per tutto il tempo la vittima ha continuato a proclamare la sua estraneità rivolgendosi ai suoi aguzzini con frasi del tipo: «Siete venuti a casa mia, mi avete preso, mi avete puntato una pistola alla tempia, io non c’entro niente davvero ragazzi».
Alla fine Pede ha desistito dall’intento: «Sai perché non ti sparo? Se ti avessi trovato subito ti avrei sparato» ha dichiarato invitando la vittima a tenere la vicenda “Top Secret”.
L’episodio, secondo gli inquirenti, confermerebbe soltanto la facilità con cui i criminali ricorrerebbero all’uso di armi per dirimere i dissidi personali. La disponibilità di una pistola da parte di Pepe emergerebbe anche da dall’intercettazione di una conversazione avvenuta all’interno di una Opel Astra di Giuseppe Angelino, quando riferendosi sempre all’incendio della sua autovettura dichiarava: «Se la macchina è quella, ti faccio vedere io C. che fine fa …calibro 9 già sta carica, 15 colpi in canna sai?».
