I Carabinieri Forestali della Stazione, del Gruppo e del Nucleo Investigativo (NIPAAF) di Brindisi hanno eseguito nella mattinata di oggi a San Pietro Vernotico due ordinanze di custodia cautelare presso il domicilio a carico di Massimo Taurino e Francesco Taurino, rispettivamente padre e figlio, di 50 e 24 anni.
I provvedimenti sono stati emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Marcello Rizzo, su richiesta del Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Giovanna Cannarile, al termine di una lunga e complessa indagine sul traffico illecito di rifiuti, in cui sono coinvolte altre 15 persone in concorso a vario titolo, per lo più per i reati previsti dal “Testo Unico Ambientale” (Decreto Legislativo n. 152 del 2006), nell’ ambito dell’ operazione denominata “Taxi Waste”, condotta dai Carabinieri Forestali del capoluogo messapico.
I due arrestati, insieme ad altre persone, avevano allestito un’organizzazione dedita alla gestione illecita del ciclo dei rifiuti, dalla raccolta con autocarri di loro proprietà, presso coloro che ne facevano richiesta (per lo più titolari di cantieri edili), trasporto e “smaltimento” (abbandono nelle campagne in discariche abusive alimentate nel tempo, e periodicamente date alle fiamme).
Il sito più frequentemente usato era quello di contrada Marciadare, nelle campagne sampietrane, che è stato sottoposto a sequestro preventivo. Sequestrati anche tutti gli automezzi utilizzati per i trasporti illeciti, ancorchè nessuno di questi era iscritto alla Sezione regionale dell’Albo dei Gestori Ambientali, prerequisito per poter esercitare l’ attività.
Il sodalizio gestiva da tempo un vero e proprio mercato parallelo della gestione illecita di rifiuti, abbracciando, oltre a San Pietro Vernotico, anche i centri limitrofi fin nella provincia di Lecce.
Nello specifico lucrando sui minori costi derivanti dallo “smaltimento” in discarica abusiva, l’organizzazione era riuscita ad attirare una vasta clientela, con tariffe “vantaggiose”; per tutti i pagamenti relativi ai carichi era predisposto un registro della contabilità.
La discarica, invece, una vera e propria collina di rifiuti accumulati, con tanto di viabilità interna, era diventata negli anni una “bomba ecologica”, dove, oltre a plastiche, pneumatici fuori uso, scarti di demolizioni edili, erano stati scaricati anche batterie esauste, residui di vernici ed altri rifiuti pericolosi. Tutta l’area dovrà quindi essere sottoposta a bonifica.
L’ “Operazione Taxi Waste” ha messo in luce in modo eclatante il fenomeno diffuso, in questo caso in modo organizzato, consolidato e con disponibilità di mezzi, del deturpamento del territorio attraverso abbandoni e discariche di rifiuti speciali di ogni tipo, risultato dell’attività illecita di persone che la esercitano quotidianamente ed a tempo pieno.
Il legislatore è intervenuto solo nel 2018, recependo la gravità del fenomeno, per inserire nel Codice Penale la fattispecie autonoma di reato di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”, rubricato all’articolo 452-quaterdecies, per cui è prevista la pena della reclusione da 1 a 6 anni. La competenza del coordinamento delle indagini è in capo alle Procure Distrettuali Antimafia.