Dalle prime ore di oggi i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Lecce e i carabinieri del ROS stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro anticipato emesso dal Tribunale di Lecce – prima sezione penale, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti del capo clan della s.c.u. gallipolina, Pompeo Rosario Padovano, degli eredi del defunto boss Salvatore Padovano, nonché di altri due sodali e prestanomi. Fra i beni sequestrati: società, immobili, mezzi e rapporti bancari, per un valore stimato di circa 3 milioni di euro.
Le indagini di natura patrimoniale dei carabinieri del ROS e dei finanzieri del GICO del Nucleo di Polizia tributaria di Lecce, incentrate sul clan “padovano” della sacra corona unita e dominante a Gallipoli e nei paesi limitrofi, costituiscono uno stralcio delle più note inchieste “Galatea” condotta dai ROS e “Canasta” condotta dalla Guardia di Finanza. Le due operazioni svolte in parallelo hanno consentito, nel triennio 2008 – 2010, di debellare una delle più agguerrite organizzazioni mafiose operante in provincia di Lecce.
Il Procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, ha tenuto presso i suoi uffici una conferenza stampa in cui ha specificato con soddisfazione i particolari dell'operazione. Infatti è emerso che, si è riusciti a far piena luce sull'omicidio di Salvatore Padovano, meglio conosciuto come "Nino Bomba", capo del clan dell'organizzazione mafiosa.
L’esito positivo dell’attività investigativa patrimoniale che ha portato al provvedimento di sequestro, avvenuto oggi, ha fatto emergere la riconducibilità dei beni al Clan Padovano, nelle persone di: Pompeo Rosafio Padovano, 41enne di Gallipoli attualmente detenuto e capoclan omonimo; tutti i successori di Salvatore Padovano, l’esponente storico della cosiddetta “vecchia guardia” della Sacra Corona Unita e capo indiscusso del clan omonimo in questione, deceduto (o meglio assassinato) il 6 settembre 2008. Ovviamente, si parla di tutti i successori nei confronti dei quali si potrà procedere alla confisca dei beni. Inoltre è stata disposta la confisca anche verso altri due sodali del boss come: Giorgio Pianoforte, 49enne gallipolino, già detenuto e oltre che sodale anche prestanome dei fratelli Padovano e Cosimo Cavaliera, 32enne anch’egli gallipolino, cugino e sodale dei Padovano.
I beni sui quali è stato applicato il sequestro anticipato e, su cui poi si procederà alla successiva confisca, come detto hanno un valore totale di 3 milioni di euro. Nel dettaglio si tratta di due s.r.l.: “Il Paradiso del Mare s.r.l.” e “Billig s.r.l.” entrambe di Gallipoli; due società cooperative: la “Oltremare Società Cooperativa”, e la “Totò Fish e Food Società Cooperativa” anch’esse di Gallipoli e che si occupano di attività dio commercio all’ingrosso de elettrodomestici ed elettronica e commercio all’ingrosso di prodotti della pesca freschi; un’impresa individuale: la “Sea Business di Angelo Padovano”, con sede sempre nella città jonica; un immobile adibito ad uso commerciale; cinque immobili adibiti ad uso abitativo; un box/garage; due appezzamenti di terreno; tre lotti edificabili e 16 fra auto e motoveicoli.
“Siamo tra i primi ad occuparci di sequestri e confisca di beni appartenenti a personaggi mafiosi deceduti”, ha dichiarato nel corso della conferenza in Procura il procuratore capo Cataldo Motta, il quale ha illustrato i dettagli dell'attività investigativa alla presenza del sostituto Elsa Valeria Mignone, del comandante del Ros, il colonnello Paolo Vincenzoni, del comandante del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, il colonnello Vito Pulieri, e del comandate della compagnia dei carabinieri di Gallipoli Michele Maselli. “Un grazie va a i militari del Ros e del Gico, che lavorando in sinergia ancora una volta hanno dimostrato quanto la collaborazione tra le forze dell'ordine possa portare ottimi risultati”, ha chiosato il procuratore.