Terremoto giudiziario ad Otranto: disposta la sospensione del Consiglio comunale

Il prefetto Maria Rosa Trio ha emesso in queste ore l’apposito decreto ed ha nominato per la provvisoria amministrazione dell’ente il commissario prefettizio

Disposta la sospensione del consiglio comunale, dopo le dimissioni del sindaco Pierpaolo Cariddi, arrestato nell’inchiesta che ha provocato un terremoto giudiziario nel Comune di Otranto.

Il prefetto Maria Rosa Trio ha emesso in queste ore l’apposito decreto ed ha nominato per la provvisoria amministrazione dell’ente, il commissario prefettizio Vincenza Filippi (prefetto a riposo).

Ricordiamo che Cariddi ha rassegnato le dimissioni il 22 settembre, 10 giorni dopo l’arresto in carcere. Sono divenute irrevocabili per legge il 13 ottobre, dopo 20 giorni. Solo a seguito dell’emanazione del relativo decreto di scioglimento, sarà nominato un commissario straordinario.

Intanto, è stato fissato l’interrogatorio con i pm per i fratelli Cariddi arrestati il 12 settembre scorso nell’ambito dell’inchiesta “Hydruntiade”.

Pierpaolo Cariddi, sindaco dimissionario di Otranto (assistito dagli avvocati Gianluca D’Oria ed Alessandro Dello Russo) e Luciano Cariddi, “primo cittadino” fino al 2017 (difeso dagli avvocati Viola Messa e Michele Laforgia) verranno sentiti il 19 ottobre in carcere e potranno fornire la loro versione dei fatti in merito alle contestazioni della Procura.  I due indagati rispondono di associazione a delinquere, corruzione per l’esercizio della funzione e per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falso ideologico.

Ricordiamo che nei giorni scorsi, i loro legali avevano depositato la richiesta di interrogatorio, dopo avere avuto modo di esaminare il corposo fascicolo d’indagine. L’istanza è stata accolta dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e dal sostituto procuratore Giorgia Villa, titolari dell’inchiesta.

In precedenza, i due non hanno risposto alle domande del gip Cinzia Vergine, scegliendo la via del silenzio. Difatti, al termine dell’interrogatorio di garanzia, presso il penitenziario di Borgo San Nicola dove sono ristretti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Nel corso delle indagini sarebbe emerso un vero e proprio sistema per il rilascio di autorizzazioni e per affidamenti di lavori anche attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori amici. La Procura, infatti, parla di un “sistema Cariddi” con cui si faceva ricorso anche alle minacce nei confronti di pubblici ufficiali.



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