Finiscono sotto processo i sette imputati per le presunte irregolarità in materia edilizia e autorizzativa relative al Parco Gondar di Gallipoli. Il gup Antonia Martalò, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio:Ferruccio Errico, 34 anni di Gallipoli, in qualità di amministratore della Gondar Srl e legale rappresentante della società “Sold Out” che gestisce la realizzazione degli eventi all’interno del parco; Christian Scorrano, 35enne gallipolino, altro amministratore della Gondar Srl; Antonio Ferilli, 57 anni di Gallipoli, tecnico progettista per conto della Gondar Srl, relativamente ai “lavori di ristrutturazione edilizia, manutenzione e cambio di destinazione d’uso dei manufatti” del 19 marzo 2008 e del progetto di “ampliamento delle vie di fuga della struttura” presentato il 28 aprile dello stesso anno; Mario Stefanelli, 63enne di Gallipoli, altro tecnico progettista relativamente alla “ristrutturazione delle strutture metalliche portanti del capannone denominato Sala Giochi, modifiche interne presso la struttura turistico ricettiva” dell’8 marzo 2010 ed alle” modifiche di recinzione del settore nord ed istallazione di strutture precarie destinate al contenimento acustico, spostamento gazebo in metallo e realizzazione del percorso di esodo” del 14 aprile 2014; Franco Ancora, 75enne gallipolino, tecnico progettista riguardante la ” modifica recinzione confine nord”; Giuseppe Cataldi, 61 anni dirigente del Settore Urbanistico del Comune di Gallipoli, che avrebbe rilasciato il permesso di costruire il 14 marzo dell’anno 2008; Sergio Leone 61enne di Taviano, funzionario delegato alla firma per Dirigente Settore Urbanistico del Comune Gallipoli, pro tempore, relativamente ai permessi del 2010 e 2014.
Nel corso dell’udienza, gli amministratori del Parco Gondar hanno rilasciato spontanee dichiarazioni, sottolineando la regolarità e correttezza del proprio operato.
Tra le accuse contestate, a vario titolo ed in diversa misura, quella di falso ideologico e abusivismo edilizio. Gli imputati dovranno presentarsi il prossimo 17 aprile, innanzi al giudice monocratico Pasquale Sansonetti della seconda sezione, per l’inizio del processo.
Il sequestro e la restituzione dell’area
Ricordiamo che nel marzo scorso, il personale della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera della ‘Città Bella’ hanno eseguito il decreto di sequestro emesso dal Gip Simona Panzera.
La struttura, diventata negli anni un punto di riferimento per gli eventi estivi, nel lontano 1973 era costituita da due campi da tennis e da manufatti accessori. Nel tempo si sarebbe ampliata fino ad occupare, in un’area sottoposta a particolari vincoli in quanto ZPS (Zona a protezione speciale) e SIC (Sito di interesse Comunitario), una superficie complessiva di circa quindicimila metri quadrati, di cui circa mille appartenenti al demanio marittimo, su cui sarebbero state realizzate diverse opere, tra cui una pizzeria, un palcoscenico, un bar con deposito, spogliatoi e servizi igienici.
Nel mese di maggio, però l’area concerti del Parco Gondar ha riaperto con la possibilità di organizzare 38 eventi lungo l’arco della stagione. Difatti, il pubblico ministero Antonio Negro e il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, hanno accolto l’istanza della difesa composta dagli avvocati Michele Bonsegna, Ladislao Massari, Lugi Covella, Fabrizio Ferilli e Pierluigi Portaluri, disponendo il “dissequestro con prescrizione”.
È stato difatti dissequestrato l’intero compendio aziendale sottoposto a sequestro preventivo dal gip. Il P.M. procedente ha condiviso le ragioni illustrate dagli indagati ed ha disposto la restituzione per “salvaguardare anche le esigenze imprenditoriali degli istanti e soprattutto quelle occupazionali del territorio”.
Successivamente, al termine della stagione estiva, sono stati nuovamente apposti i sigilli all’area.
