Presunta truffa sui finanziamenti per i radiofarmaci, prescrizione del reato per la Sparkle

Il collegio della seconda sezione, Presidente Fabrizio Malagnino, ha dunque emesso una sentenza di non luogo a procedere per gli imputati.

I giudici dichiarano prescritto il reato al termine del processo sulla presunta truffa per ottenere finanziamenti in favore della Sparkle, per la produzione di antitumorali.

Il collegio della seconda sezione (Presidente Fabrizio Malagnino) ha dunque emesso una sentenza di non luogo a procedere per: il medico Gianluca Valentini, 63 anni di Macerata, amministratore delegato dell’azienda Sparkle srl; Paola Panichelli, 49 anni della Provincia di Macerata socia della Sparkle; Ida Mancini, 75enne di Porto San Giorgio; Mauro Ballante, 61enne della provincia di Ancona, legale rappresentante della Icoc, Sergio Foresi, 80enne della Provincia di Macerata, legale rappresentante della prefabbricati Foresi; Caterina Mastrogiovanni, 51 anni, ex dipendente del Comune di Casarano.

Gli imputati rispondevano, in diversa misura e a vario titolo, dei reati di: truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico, abuso d’ufficio. Sono difesi dagli avvocati Fritz Massa, Antonella Corvaglia, Francesco Calabro, Simona Carrozzo e Giuseppe Talò.

L’inchiesta

Le investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle hanno interessato i finanziamenti erogati dalla Regione Puglia nell’ambito del Progetto Integrato Territoriale denominato “PIT 9” per la produzione di un  medicinale destinato ad essere utilizzato come liquido di contrasto per gli esami radiologici (PET) di sospette malattie tumorali. La Sparkle srl, infatti, che ha la sede centrale a Macerata è fortemente impegnata nella produzione di Fluorodeossiglucosio. Le attività svolte dai finanzieri avrebbero da posto in evidenza una serie di irregolarità nella richiesta e gestione dei fondi utilizzati per la realizzazione dello stabilimento che risultava privo, secondo l’accusa rappresentata dal pm Massimiliano Carducci, delle autorizzazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, dei pareri dell’ASL e del locale Comando dei Vigili del Fuoco necessari per il rilascio del permesso a costruire. Va ricordato, però, che negli anni scorsi, la Corte dei Conti non ha convalidato il sequestro conservativo della Sparkle. Vennero dissequestrati l’abitazione ed i saldi presenti su 7 rapporti bancari dell’amministratore dell’azienda.

Secondo la difesa, gli elementi a supporto della contestazione erano noti alla Regione Puglia, alla data del 24 ottobre del 2005; giorno in cui era stato emesso il provvedimento di ammissione del finanziamento per la Sparkle. Come sostenuto dall’avvocato Massa, l’amministrazione regionale aveva così avuto modo di esaminare ogni questione e non c’era stato alcun tentativo di occultamento da parte dell’azienda di Casarano. Il “collaudo” eseguito dalla Regione attesterebbe come l’operazione finanziaria sia stata eseguita in maniera regolare e ciò risulterebbe dalla sua effettiva realizzazione.