Presunti illeciti da parte di un ex comandante dei carabinieri. Condanna a 7 anni per concussione

L’imputato è stato assolto per gli altri capi di imputazione, con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Rispondeva di abuso d’ufficio, tentato abuso d’ufficio, peculato e falso ideologico.

Si conclude con la condanna alla pena di 7 anni di reclusione, il processo a carico dell’ex comandante dei carabinieri, Giuseppe Serio.

La sentenza è stata emessa, nella serata di oggi, dai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Cinzia Vergine).

Giuseppe Serio, 62enne originario di Bagnolo del Salento, è stato condannato per due episodi di concussione ed assolto per gli altri capi di imputazione, con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Rispondeva di abuso d’ufficio, tentato abuso d’ufficio, peculato e falso ideologico.

Giuseppe Serio, difeso dagli avvocati Giuseppe e Giulia Bonsegna, era presente in aula, ed ha dichiarato: «Le sentenze si rispettano anche quando non si condividono. Pensavo, insieme con i miei avvocati, di aver dato prova della mia assoluta estraneità ai fatti e documentato la mia completa innocenza. Leggeremo, con estrema attenzione, le motivazioni, ma  sicuramente faremo appello».

Inoltre, il Tribunale ha condannato Serio al risarcimento dei danni in separata sede, a favore delle parti civili, assistite dagli avvocati Massimo Muci e Marco Rizzo.

Il pm Francesca Miglietta aveva invocato la condanna a 8 anni di reclusione per l’ex comandante dei carabinieri, ormai in pensione.

Gli episodi contestati a Serio, si sarebbero verificati dal 2011 fino ad agosto del 2018. L’indagine eseguita dal Comando Carabinieri di Gallipoli, guidato da Francesco Battaglia e condotta dal pm Paola Guglielmi, ha preso il via da una serie di esposti.

Erano due gli episodi di presunta concussione. Secondo l’accusa, Serio, quando era comandante della stazione dei Carabinieri di Nardò avrebbe costretto un portalettere delle poste a pagare una contravvenzione a carico di sua moglie ed un’ulteriore sanzione (per il valore complessivo di 951,30 euro). Non solo, poiché avrebbe minacciato di controlli il gestore di un autolavaggio, se avesse preteso il pagamento dei servizi di pulizia della vettura di Serio e di quelle dell’Arma.

Serio rispondeva anche di abuso d’ufficio, poiché avrebbe sottoposto il titolare di un lido ad un controllo, per verificare il rispetto delle norme igieniche. Tale ispezione sarebbe stata dettata da una ritorsione nei confronti dell’uomo che qualche giorno prima, avrebbe impedito alla moglie di Serio l’accesso al lido.

Inoltre, rispondeva di tentato abuso d’ufficio. Nel giugno del 2018, nell’esercizio delle nuove funzioni di comandante del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Gallipoli, si sarebbe prodigato per evitare il decurtamento dei punti della patente al dipendente di una ditta che lavorava su terreni di sua proprietà a Galatone. Non solo, poiché gli veniva contestata l’accusa di falso ideologico, in relazione ad un “memoriale” e rispondeva anche di peculato, poiché avrebbe utilizzato la macchina dei carabinieri per occuparsi di faccende personali.  Tali accuse sono cadute al termine del processo. Giuseppe Serio era stato raggiunto nell’ottobre del 2018, dalla misura del divieto di dimora a Nardò ed interdittiva che prevedeva la sospensione per un anno dai pubblici uffici (poi annullata dal Riesame).

Occorre sottolineare che vale la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio.

Si attendono le motivazioni della sentenza, entro 90 giorni.



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