Avrebbe abusato sessualmente per quasi tre anni, delle figlie minorenni della nuova compagna.
Questa mattina si è svolta la seconda udienza del processo che vede sul banco degli imputati, un 50enne di un paese del Sud Salento. Oggi, il perito nominato dai giudici, ha confermato la capacità di stare in giudizio dell’imputato.
Il processo si è celebrato a porte chiuse, dinanzi al collegio della prima sezione penale (Presidente Stefano Sernia), alla presenza delle parti, nonostante l’emergenza covid-19, poichè l’uomo è detenuto in carcere. Il 50enne risponde dell’accusa di violenza sessuale aggravata. Inizialmente si trovava ai domiciliari, ma dopo avere violato le prescrizioni è finito dietro le sbarre.
Il processo è stato aggiornato 20 maggio, quando verranno sentiti tre testimoni.
I fatti contestati dalla Procura si sarebbero verificati tra il 2015 e il mese di ottobre del 2017.
Secondo il pm Maria Rosaria Micucci, l’uomo avrebbe abusato con palpeggiamenti e toccamenti, di una bimba di appena 3 anni, con il pretesto di cambiarle il pannolino.
Nel caso della sorella maggiore di 6 anni, invece, il 50enne è accusato di averle abbassato i pantaloni e le mutandine, per poi baciarla e toccarla nelle parti intime.
Nell’ottobre di tre anni fa, infatti, arrivò una segnalazione dell’ospedale di Gallipoli e venivano riferiti dei possibili segni di violenza sessuali ai danni della bimba, dopo una visita ginecologica. E a quel punto scattarono le prime indagini dei carabinieri. I sospetti inizialmente ricaddero su un’altra persona. In seguito, però, emersero nuovi elementi investigativi a carico dell’odierno imputato. Difatti, arrivò la relazione della comunità in cui si trovavano le due bimbe. La più grande si sarebbe confidata con un’operatrice, dicendo che lo “zio” le faceva male in salotto. La bimba, successivamente, fu sentita durante un’audizione protetta, nel corso della quale confermò le accuse verso di lui, aggiungendo che avrebbe abusato anche della sorellina più piccola.
Il 50enne venne anche arrestato. Occorre ricordare che inizialmente il gip rigettò la richiesta di arresto della Procura, per mancanza di prove sufficienti ad emettere una misura cautelare. In seguito all’Appello del pm, dinanzi al Tribunale del Riesame, accolto dai giudici, venne richiesta e poi emessa la misura cautelare.
Ed infine, si arrivò al rinvio al giudizio del 50enne, nel corso dell’udienza preliminare.
L’imputato è difeso dall’avvocato Martino Carluccio. Invece, i genitori delle presunte vittime si sono costituiti parte civile durante la prima udienza del processo, con gli avvocati Biagio Palamà e Roberto Bray.