“L’avvocato D’Agata ha tradito la mia fiducia”: la testimonianza in aula della presunta vittima di una truffa

La donna è stata ascoltata, per circa due ore, come testimone del pubblico ministero. Erano presenti anche i due imputati

Tribunale penale Lecce

Entra nel vivo il processo a carico dell’avvocato Francesco D’Agata. Dinanzi al giudice monocratico Maddalena Torelli ha deposto la signora senegalese, presunta vittima di una truffa, corredata da una falsa sentenza. La donna è stata ascoltata in aula, nella mattinata odierna, come testimone del Pubblico Ministero. La signora senegalese, per oltre due ore e nonostante le difficoltà di comunicazione, ha risposto alle domande del sostituto procuratore Massimiliano Carducci.

La testimonianza

Il pubblico ministero ha chiesto al teste se l’accordo sulla percentuale del risarcimento le fosse stato illustrato da D’Agata, prima di firmare. La vittima ha risposto di no, aggiungendo in un passaggio chiave della deposizione “Ho firmato tante carte, anche in bianco, fidandomi di lui”. Ed ha aggiunto, visibilmente emozionata e con la voce tremante, “Io stimavo Francesco D’Agata, ma lui ha tradito la mia fiducia“.

Subito dopo, la donna ha ricostruito i vari incontri avuti con lui. “Sempre da sola. Invece mio marito non si fidava. Anche D’Agata non aveva fiducia in lui”. Prima di partire per il Senegal, la signora si sarebbe incontrata con il 40enne leccese, dopo essere stata contattata da lui. Poi, dopo il ritorno in Italia, lo avrebbe chiamato per incontrarsi in un bar nei pressi dello studio.

In quell’occasione, avrebbe registrato la conversazione su “consiglio” del marito, perché quest’ultimo riteneva che anche D’Agata volesse a sua volta registrare la loro conversazione.

Successivamente si è tenuto il contro esame in aula del teste. La signora ha dunque risposto alle domande del legale di D’Agata, l’avvocato Luigi Rella.

La signora ha ammesso di essere stata denunciata per reati connessi alla contraffazione. Inoltre,  ha riconosciuto di aver ricevuto alcuni prestiti e il pagamento di spese mediche, da parte di D’Agata, quando versava in difficoltà economiche, affermando “ogni volta che avevo bisogno Francesco mi dava”.

Il legale di D’Agata ha, inoltre, prodotto alcuni documenti che dimostrerebbero la correttezza e trasparenza dell’operato del proprio assistito.

Francesco D’Agata fu arrestato nell’ottobre del 2016 e poi sospeso per un anno dall’attività forense. Risponde delle accuse di truffa aggravata e continuata, falso in atto pubblico e patrocinio infedele aggravato, auto-riciclaggio.

Le indagini

Non è stato facile ricostruire il sistema architettato, di cui D’Agata sarebbe stato il deus ex machina, ma quando i tasselli del puzzle sono stati messi al giusto posto, il quadro è stato chiaro per gli uomini delle fiamme gialle coordinati dal colonnello Francesco Mazzotta. La donna senegalese aveva subito un gravissimo incidente stradale in cui era rimasta sfigurata e si era rivolta a D’Agata per ottenere un risarcimento forte della sua notorietà in difesa dei diritti dei più deboli. E il risarcimento, in effetti, l’avvocato lo aveva ottenuto: più di 600mila euro dal Fondo Vittime della Strada. Di tutti quei soldi, la signora ne avrebbe visti soltanto “la metà della metà”, secondo quanto dichiarato in conferenza stampa dal procuratore capo Cataldo Motta.

Il legale, infatti, avrebbe secondo l’accusa falsificato una sentenza del Tribunale di Trieste, competente a liquidare il risarcimento e convinto la senegalese di aver ottenuto “appena” 300mila euro, di cui l’avvocato ne avrebbe trattenuti circa 140mila, liquidando alla donna di fatto 160mila euro. Gli altri – transitati su un conto intestato alla straniera – D’Agata li avrebbe utilizzati sia per sfizi personali come l’abbonamento in uno stabilimento balneare, ma anche per pagare gli stipendi dei suoi collaboratori.

L’inchiesta sarebbe nata da un IBAN “sospetto” su cui una donna originaria di Torino – che aveva fatto ricorso in Cassazione in realtà mai depositato- aveva versato 4mila euro (era intestato alla signora senegalese, vittima inconsapevole della presunta maxi-truffa organizzata da D’Agata).

Francesco D’Agata è difeso dagli avvocati Luigi e Roberto Rella. La signora senegalese si è costituita parte civile con il legale Francesco De Iaco.



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