Ucciso davanti agli occhi del figlio, al via il processo sull’omicidio dell’ex carabiniere. Imputato presente in aula

Sul banco degli imputati compare il 70enne di San Donaci, padre della ex compagna del maresciallo, che si è sempre professato innocente

Al via il processo sull’omicidio dell’ex carabiniere Silvano Nestola. Questa mattina era presente in aula bunker anche l’imputato che si è sempre professato innocente e ha seguito l’udienza accanto al suo legale, l’avvocato Francesca Conte. Il processo che si sta celebrando dinanzi ai giudici della Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano e giudici popolari) vede sul banco degli imputati, Michele Aportone, 71enne di San Donaci, con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili e detenzione illegale di arma da fuoco.

Il suo legale, l’avvocato Francesca Conte, è convinto dell’innocenza del proprio assistito, poiché (come dichiarato a margine dell’udienza): “Non c’è alcuna prova alla base di queste gravi accuse e non è mai stata ritrovata l’arma del delitto. E poi, non sono state rilevate impronte sulla scena del crimine“.

Nelle scorse ore, intanto, i giudici della Corte d’Assise hanno depositato l’ordinanza con la quale hanno rigettato la richiesta di sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari.

Nella prima udienza del processo era stata disposta una doppia perizia su Aportone, per valutare la compatibilità con il carcere a causa di problematiche di salute e la capacità di partecipare al processo. Era stato nominato il dottor Alberto Tortorella che dopo averlo visitato ed aver acquisito la documentazione clinica, ha concluso per la compatibilità pur in presenza di uno stato di ansia ed ipertensione che però non hanno alcun rilievo neanche sotto il profilo psichiatrico ed Aportone è stato ritenuto capace di partecipare al processo. Il pm Alberto Santacatterina aveva dato parere favorevole ai domiciliari alla richiesta dell’avvocato Francesca Conte, ma la Corte d’Assise ha respinto le argomentazioni.

I testimoni dell’accusa

Intanto, questa mattina, si è proceduto con l’ascolto dei primi testimoni della pubblica accusa. Anzitutto, il medico legale Roberto Vaglio che ha confermato (come già emerso dall’autopsia) come Nestola sia stato attinto da una scarica di pallettoni, al fianco destro, all’addome ed alla spalla.

E poi è stato sentito il carabiniere che ha condotto gli accertamenti investigativi. Il tenente
Giuseppe Boccia del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Lecce ha ripercorso il tragitto del presunto responsabile, attraverso la proiezione in aula di una mappa che rappresenta graficamente il percorso compiuto. I militari hanno infatti ricostruito durante le indagini ogni fase dell’omicidio avvalendosi del supporto delle immagini di un sistema di videosorveglianza installato in una zona non distante dall’area sosta camper (di cui Michele Aportone risulta titolare) che ritraggono l’uomo a bordo del suo Fiat Ducato alle ore 19.30 circa del 3 maggio del 2021, giorno in cui viene ucciso Silvano Nestola. Il 71enne esce per raggiungere l’abitazione di Copertino. Le immagini, successivamente, lo riprenderanno anche al rientro in quella stessa area camper alle ore 22.30 circa.

Per i militari dell’Arma, Aportone non avrebbe compiuto il tragitto verso casa della sorella dell’uomo che aveva intenzione di uccidere solamente a bordo del furgone. Le risultanze investigative avrebbero evidenziato come ad un certo punto, dopo aver lasciato il mezzo nei pressi di una carrozzeria di Leverano, l’uomo avrebbe proseguito il percorso su di un ciclomotore che aveva dapprima caricato sullo stesso mezzo.

Il processo proseguirà il 17 gennaio del 2023, con l’ascolto di altri carabinieri.

Le indagini

Dalle indagini, coordinate dai pubblici ministeri Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina, sarebbe emerso che Silvano Nestola, dopo essersi separato dalla moglie, aveva iniziato dall’estate scorsa una relazione con la figlia di Michele Aportone (anch’ella separata). Tale rapporto non era visto di buon grado ed era fortemente osteggiato da quest’ultimo e da sua moglie, che vedevano in Silvano il responsabile della separazione della figlia dal marito.

A quel punto, Michele Aportone avrebbe premeditato l’omicidio, come sostenuto dai pm: “non approvando la relazione sentimentale tra la vittima e la figlia”.

L’arresto

Ricordiamo che Michele Aportone venne arrestato il 24 novembre del 2021 dai Carabinieri su ordinanza a firma del gip Sergio Tosi. Nei giorni precedenti, un vizio procedurale rilevato dal Riesame aveva annullato l’ordinanza del 29 ottobre e restituito la libertà al padre della ex compagna del maresciallo. In seguito, il Tribunale del Riesame (relatore Giovanni Gallo) ha confermato l’arresto e la misura del carcere.

Aportone, come sostenuto dalla Procura, si sarebbe appostato armato tra la vegetazione nei pressi dell’abitazione della sorella di Nestola. E lo avrebbe attinto, uccidendolo con quattro colpi di fucile, dinanzi al figlio.

Invece, è stata già archiviata la posizione della moglie Rossella Manieri, 62enne originaria di Copertino, inizialmente indagata per concorso in omicidio, come richiesto dalla Procura.



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