Processo contro i vertici di Tap. Il giudice dice si al Comune di Lecce come parte civile

Non solo, poiché il giudice monocratico ha accolto la costituzione di parte civile, tra gli altri, della Regione Puglia, di 8 comuni salentini e di varie associazioni.

Continua il processo verso esponenti della società Trans Adriatic Pipeline con 19 imputati. Presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, il giudice monocratico Silvia Saracino, dopo una lunga camera di consiglio durata circa 6 ore, ha rigettato l’opposizione delle difese di alcuni imputati, che chiedevano l’esclusione delle parti civili per carenza di legittimazione.

E con apposita ordinanza di venti pagine, ha così accolto la costituzione di parte civile del Comune di Lecce, rappresentato dal Sindaco Carlo Salvemini, attraverso l’avvocato Renata Minafra. Il Comune di Lecce ritiene che l’intera opera ed il tratto che unisce il gasdotto con la rete nazionale ha creato danni patrimoniali e non patrimoniali. Quest’ultimi sono collegati alla irreversibile compromissione dell’assetto del suo territorio (con riferimento alle coltivazioni ed agli alberi di ulivo), scaturita dall’allestimento dei cantieri e dalle opere di collegamento del gasdotto Tap con il punto di allaccio alla rete italiana. Non solo, poiché la compromissione di tale assetto, si traduce in una carenza di attrattiva e quindi in calo delle presenze di turisti che si riverbera a sua volta sul valore delle attività commerciali e degli immobili.

Il Comune di Lecce ritiene che l’intera opera ed il tratto che unisce il gasdotto con la rete nazionale ha creato danni patrimoniali e non patrimoniali. Quest’ultimi sono collegati alla irreversibile compromissione dell’assetto del suo territorio (con riferimento alle coltivazioni ed agli alberi di ulivo), scaturita dall’allestimento dei cantieri e dalle opere di collegamento del gasdotto Tap con il punto di allaccio alla rete italiana. Non solo, poiché la compromissione di tale assetto, si traduce in una carenza di attrattiva e quindi in calo delle presenze di turisti che si riverbera a sua volta sul valore delle attività commerciali e degli immobili.

Hanno chiesto ed ottenuto di costituirsi parte civile, come già annunciato in precedenza, anche: il governatore della Regione Puglia,  Michele Emiliano; i sindaci Marco Potì per Melendugno; Fulvio Pedone di Lizzanello; Dina Manti, Corigliano d’Otranto, Francesco Leo, di Vernole, Fabio Tarantino di Martano; Antonio Chiga, Zollino, Andrea De Pascali, Castrì di Lecce, Francesca De Vito, Calimera. E ancora, l’Associazione Onlus Tumulti; le associazioni Codacons e Italia Nostra; Andrea Fasiello per il Lido San Basilio.

Si tratta di un’ammissione delle parti civili, quali enti territoriali anche contro la società Tap. Solo nel processo contro l’Ilva di Taranto e in quello relativo all’incidente ferroviario Andria/Corato è accaduto lo stesso.

La a Cassazione ha invece sempre sostenuto che non ci si può costituire contro una società per la responsabilità dell’Ente.

Si tratta

Sono assistiti dagli avvocati: Francesco Calabro, Giuseppe Milli, Luigi e Roberto Rella, Giulio De Simone, Francesco Palmieri, Ladislao Massari, Francesca Conte, Valentina Mele, Oronzo Calzolaro, Carlo Barone, Piero Mongelli, Mario Tagliaferro, Francesco Zizzari del Foro di Bari.

Il giudice ha escluso la costituzione di parte civile soltanto per l’associazione Vas Onlus.

il Ministero dell’Ambiente, invece, non ha chiesto di costituirsi parte civile.

La prossima udienza è fissata per il 9 aprile per altre questioni preliminari e verranno sentiti due testi del pm.

Tra i 19 imputati compaiono i vertici della società Trans Adraiatic Pipeline Ag Italia e i rappresentanti legali di ditte incaricate dei lavori.

Le accuse contestate a vario titolo sono quelle di deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia, inquinamento idrico.

L’inchiesta

L’inchiesta è stata condotta dal procuratore capo Leonardo Leone De Castris e dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori. Secondo la Procura, le opere per la realizzazione del tanto contestato gasdotto sarebbero state realizzate senza seguire le indicazioni della Valutazione di Impatto Ambientale e “su aree sottoposte a vincolo paesaggistico e idrogeologico”. Insomma, su zone agricole dichiarate di “notevole interesse pubblico”. I lavori, inoltre, si sarebbero svolti in assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie.

Non solo, poiché si fa riferimento anche all’espianto degli ulivi in località «Le Paesane» (gli alberi secondo la Procura sono stati “spostati” in un periodo diverso da quello autorizzato) e all’inquinamento della falda acquifera a pochi passi dal cantiere, causa una mancata o incompleta impermeabilizzazione.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Paola Severino (ex Ministro della Giustizia), Francesco Paolo Sisto, Andrea Sambati, Luigi Covella, Federico Massa, Anna Luigia Cretì, Gianluigi Manelli, Michele Laforgia e Valentina Quarta e potranno difendersi dalle accuse durante il dibattimento