Ben sei imputati erano stati assolti in primo grado, ma nell'udienza odierna d'Appello il pubblico ministero ne ha chiesto nuovamente la condanna. Dinanzi alla Corte presieduta da Vincenzo Scardia, il dr. Alessio Coccioli ha invocato l'accoglimento dei suoi motivi di appello per le assoluzioni e il rigetto di quelli dei difensori. Dunque, il sostituto procuratore Antimafia designato a sostenere l'accusa anche in Appello dal procuratore generale, ha ribadito le sue richieste di condanna già avanzate in primo grado, per sei imputati assolti dal collegio giudicante: 1 anno a Domenico Miglietta, 45enne di Trepuzzi, 3 anni a Cosimo Miglietta, 46enne di Trepuzzi; 6 anni per Fernando Miglietta, 43enne di Trepuzzi; 5 per Antonio Tarantini, 61enne di Trepuzzi; 6 ad Alessandro Sciannocca, 35enne di Trepuzzi; 1 anno a Luigi Corsano, 50enne di Lecce.
Inoltre, il pm Cocioli ha ribadito le richieste di condanna, (da lui avanzate nell'udienza del 9 gennaio 2013, innanzi al presidente della Prima Sezione Stefano Sernia), anche per gli imputati poi condannati. Il sostituto procuratore antimafia, invocò complessivamente ben 71 anni di carcere. Ricordiamo che, successivamente alla requisitoria del dr. Coccioli , vennero inflitte pene ben più lievi dal collegio giudicante che "ridimensionò" l'impianto accusatorio: 4 anni e mezzo, per Luigi Cinquepalmi, 59enne di Trepuzzi; 4 anni per Andrea Lacirignola, 34enne originario di Campi Salentina, ma residente a Medicina (provincia di Bologna) e Orlando Margiotta, 72enne di Trepuzzi; 3 anni e mezzo per Fernando Persano, 53enne di Surbo; 3 per Graziano Rollo, 32enne di Trepuzzi; e 1 anno e mezzo per Salvatore Perrone, 69enne di Trepuzzi. La posizione di Luigi Cosimo Durante, 73enne di Nardò, condannato a 7 anni e mezzo di reclusione, è stata, intanto stralciata, perché il suo difensore ha chiesto un'accertamento, attraverso perizia psichiatrica, per il proprio assistito.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Gabriele Valentini, Ladislao Massari, Antonio Savoia, Cosimo Rampino, Stefano De Francesco, Viola Messa e Tommaso Valente. Numerose anche le Parti civili, difese tra gli altri, dall'avvocato Massimo Bellini, il quale nell'udienza odierna ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Il processo d'Appello riprenderà l'11 marzo, quando prenderanno la parola alcuni avvocati della difesa.
L'operazione, denominata Shylock, in onore del più celebre degli usurai (quello creato da William Shakespeare ne "Il mercante di Venezia"), fu condotta nel luglio 2011 dai carabinieri del Comando provinciale di Lecce e portò a smantellare un'associazione per delinquere finalizzata all'usura, all'estorsione, all'esercizio abusivo di attività finanziaria ed al riciclaggio. Diciannove furono gli arresti eseguiti (18 in carcere ed uno ai domiciliari) tra Trepuzzi, Surbo, Lecce, Lequile e Nardò.
A dare avvio alle indagini, nel febbraio del 2009, la denuncia di un imprenditore di Trepuzzi operante nel settore della vendita di apparecchiature e delle consulenze in ambito informatico. La successiva inchiesta coordinata dal procuratore Cataldo Motta e dal sostituto Alessio Coccioli, ha portato alla scoperta, attraverso l'ausilio di intercettazioni telefoniche, indagini bancarie e consulenze di natura finanziaria, dell'esistenza di sei canali usurari, con collegamenti con personaggi vicini alla Sacra corona unita. Una decina in tutto le vittime accertate delle quali solo quattro hanno denunciato.
Secondo l'ipotesi accusatoria a capo del sodalizio criminale vi sarebbe stato un terzetto composto da Alfredo Scardicchio, Francesco Fantastico e Luigi Durante.
I primi due imputati sono stati condannati, assieme ad altre quattro persone, nel processo con rito abbreviato celebratosi il 30 novembre 2011, dinanzi al gup Antonia Martalò.
