Protesta dei lavoratori Tundo davanti la Prefettura, Cobas: “No ai guadagni di impresa, sulla salute dei cittadini”

Sit-in di protesta dei lavoratori della Tundo spa che si occupa dei trasporti sanitari oncologico e dializzati. Ecco cosa chiedono

Continuano incessanti le reazioni e le rimostranze organizzate dall’associazione Cobas Lavoro Autonomo per quanto riguarda la situazione dei lavoratori della Tundo spa azienda che eroga in appalto dell’Asl di Lecce, il servizio di trasporto dei malati oncologico e dializzati, che questa mattina ha consegnato nelle mani della dott.ssa Federico, un comunicato di protesta tramite sit-in organizzato davanti le mura della Prefettura di Lecce.

Dopo i primi malumori espressi già ad Ottobre, sul mancato pagamento delle mensilità riguardanti i mesi di Agosto e Settembre, e gli altri due scioperi avvenuti nel mese di Novembre, gli interessati si erano già appellati alla possibilità di applicare quanto previsto dall’art.30 del codice degli appalti D.lgs.50 del 18 aprile 2016, ovvero “la possibilità da parte della stazione appaltante del pagamento diretto, anche in corso d’opera delle retribuzioni arretrate”.

La richiesta di internalizzazione ancora ignorata

Altro punto fondamentale da parte dei richiedenti è stata la questione sull’internalizzazione del servizio oncologico, secondo le linee guide già diffuse dalla Regione Puglia, lo scorso Giugno 2020.

“Non riusciamo a comprendere come a distanza di un anno dalla modifica delle linee guida fatte dalla Regione Puglia, attualmente l’Asl di Lecce non ha ancora internalizzato il servizio” spiega il rappresentante di Cobas Giuseppe Mancarella, durante il sit-in avvenuto stamattina davanti la Prefettura.

Il futuro incerto dei lavoratori impiegati negli appalti e le non tranquille condizioni economiche e di lavoro impongono un intervento urgente dell’A.S.L. di Lecce per salvaguardare il servizio svolto dal personale, oltre che la qualità dei servizi svolti nei confronti del cittadino, si legge inoltre sul comunicato presentato dai dimostranti.

La nuova sanità pubblica, alla stregua dei fatti avvenuti anche in conseguenza della pandemia da Covid-19, deve espellere gli interessi delle aziende private nella gestione dei servizi sanitari salentini e non è concepibile il fatto “che vi siano guadagni di impresa sulla salute degli ammalati” conclude la nota.



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