Ricatto a luci rosse verso una 40enne conosciuta sui social network? Carabiniere sotto processo

Il militare è stato rinviato a giudizio dal gup, al termine dell’udienza preliminare. Dovrà presentarsi il 28 gennaio prossimo, davanti al giudice monocratico per la prima udienza del processo.

Finisce sotto processo, un carabiniere accusato di ricatti a sfondo sessuale verso una 40enne conosciuta sui social.
Il militare, un 39enne originario della Sicilia, ma in servizio nella provincia di Padova, è stato rinviato a giudizio dal gup Marcello Rizzo al termine dell’udienza preliminare. In mattinata, la vittima si è costituita parte civile, attraverso i suoi legali, gli avvocati Diego De Cillis e Cosimo Maci. L’imputato è assistito d’ufficio dall’avvocato Daniel Viva che ha già presentato una copiosa documentazione e potrà dimostrare la propria estraneità ai fatti, nel corso del dibattimento. Dovrà intanto presentarsi il 28 gennaio prossimo, davanti al giudice monocratico Valeria Fedele, per la prima udienza.

Risponde delle accuse di tentata estorsione e diffamazione, reati entrambi aggravati. Egli, infatti, avrebbe rivelato alla donna di essere un carabiniere e secondo la Procura avrebbe esercitato un “abuso di potere”, in qualità di pubblico ufficiale.

Le indagini

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Francesca Miglietta, hanno preso il via dopo la denuncia presentata da una 40enne dell’entroterra leccese.

Secondo quanto sostenuto dalla denunciante, nel settembre del 2017, i due si sarebbero conosciuti sui social network. E avrebbero cominciato a sentirsi con una certa frequenza, attraverso Instagram, Facebook e WhatsApp e ad entrare in stretta confidenza con uno scambio di foto. In particolare, la donna avrebbe mandato alcune immagini al militare, in cui compariva in biancheria intima ed in pose osè.

Successivamente, il carabiniere avrebbe cercato di ottenere un incontro a sfondo sessuale con lei. Di fonte al rifiuto della donna, egli avrebbe iniziato ad incalzarla con telefonate ed sms, sempre più pressanti, chiedendole insistentemente di poterla vedere. Il carabiniere sarebbe arrivato anche a ricattarla. Avrebbe mandato le suddette foto osè ai suoi parenti, nel caso in cui lei si fosse rifiutata d’incontrarlo. Cosa che in effetti il carabiniere fece, usando dei falsi profili.

E a quel punto, dopo un incontro chiarificatore con i propri familiari, la 40enne si rivolse alle forze dell’ordine e presentò una dettagliata denuncia.