“Caseddhi” trasformati in residence estivi? 34 persone finiscono sotto processo

Parliamo dell’inchiesta relativa al progetto pilota “Abaco dei Trulli”, che nel gennaio del 2018, culminò in un maxi sequestro nelle campagne della marina di Alliste.

Finiscono tutti sotto processo per la riconversione dei “caseddhi” in esclusivi residence estivi.

È l’esito dell’udienza preliminare odierna dinanzi al gup Giovanni Gallo. Parliamo dell’inchiesta relativa al progetto pilota “Abaco dei Trulli”, che nel gennaio del 2018, culminò in un maxi sequestro nelle campagne della marina di Alliste. In mattinata, il giudice ha rinviato a giudizio 34 persone: i proprietari dei caseddhi, i rispettivi progettisti e anche alcuni funzionari e dirigenti.

Tra di essi: Antonio Venneri, 69 anni di Alliste, ex vicesindaco e all’epoca dei fatti Assessore alle Attività Produttive e l’allora dirigente del settore Urbanistica del Comune di Alliste, Luisella Guerrieri, 60 anni di Novoli, coordinatrice del Progetto Pilota.

E poi: Biancamaria Boiano, 65 anni, nata a Milano; Eligio Antonio Cazzato, 57 anni, nato in Svizzera; Agnese Cimino, 41 anni, nata a Roma; Carlo Ferrari, 52 anni, di Cremona; Alessio Mottin, 46enne di Sandrigo (Vicenza); Massimo Negri, 60 anni, di Dongo (Como); Erica Parlati, 38enne di Taviano; Veronique Anne Pevtschin, 57 anni, nata in Belgio; Sara Reniero, 46 anni, di Vicenza; Marie Christine Tossen, 52 anni, nata in Belgio; Alba Elvira Mariano, 70enne di Alliste; Gino Albicini, 64 anni di Modena; Daniel Illia, 43 anni, di Sondrio; Jessica Illia, 36 anni, di Sondrio; Daniela Spiri, 41 anni, di Casarano; Gabriele Marasmi, 49 anni, di Modena; Maurizio Valdarnini, 56 anni, di Roma; Lisa Francioso, 36enne nata in Germania; Alfredo Tundo, 42 anni, di Galatina; Giovanni Luca Antonio Rizzo, 45 anni, di Gallipoli; Gioacchino Venneri, 69 anni, di Alliste; Massimo Cuman, 45 anni, nato a Sandrigo (Vicenza); Fabio Pizzolante, 47 anni, nato in Germania e residente a Racale; Alberto Luigi Casto, 44 anni, di Casarano; Giuseppe Casarano, 49enne di Casarano; Federica Lombardo, 40 anni, di Casarano; Piero Lombardo, 42 anni, di Gallipoli; Massimiliano Mastroleo, 45 anni, di Galatina; Maria Grazia Protopapa, 51 anni, di Gallipoli; Giovanni Sandalo, 50 anni, di Casarano; Valeria Tanese, 38 anni, di Casarano; Ester Benedetta Tarantino, 41 anni, di Casarano.

Dovranno presentarsi il 3 febbraio prossimo, dinanzi ai giudici in composizione collegiale per la prima udienza.

Le accuse, a vario titolo ed in diversa misura, sono di lottizzazione abusiva, distruzione e deturpamento di paesaggio, violazione del vincolo paesaggistico e abuso d’ufficio.

In particolare, agli imputati è contestato di “aver effettuato, in concorso tra loro e nelle rispettive qualità, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, interventi edilizi comportanti una incisiva lottizzazione abusiva in area tipizzata come agricola di tutela nell’ambito della serra riconosciuta dal Prg per un’alta valenza paesistica ed ambientale e sottoposta a vincolo paesaggistico”.

Secondo la Procura, gli interventi sarebbero stati “realizzati tutti in assenza di titoli abilitativi e di nulla osta delle Autorità preposte al vincolo, dovendosi ritenere tutti gli assensi rilasciati per i singoli interventi edilizi”.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Silvio Verri, Massimo Fasano, Francesco Fasano, Mario Stefanizzi, Sabrina Conte, Luigi Corvaglia, Viola Messa, Damiano Alemanno Cavalera, Fernando Corsano, Giacinto Mastroleo, Massimo Bagno, Antonio Carullo e Valentina Mele.

L’inchiesta

L’inchiesta, condotta dalla Polizia Provinciale, è stata coordinata dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone. I militari hanno così eseguito il sequestro preventivo dell’area, convalidato dal gip Michele Toriello.

Il sequestro ha riguardato numerose costruzioni residenziali in zona agricola, in un’area di oltre 6 mila metri cubi di superficie, ricadente nella “Serra di Alliste”. La maggior parte delle abitazioni-originariamente si trattava di antichi caseddhi – era munita anche di piscine, costruzioni in cemento armato e vialetti. Il tutto, secondo la Procura, in una zona agricola di notevole valenza paesaggistica e sottoposta a numerosi vincoli.