Rubano cavi in rame ma sulla strada lasciano dei solchi che portano dritti al covo

Borgagne (Melendugno). Rubano 3km di cavi in rame da un impianto di pannelli fotovoltaici per un valore di circa 50mila euro. I carabinieri riescono a trovare il covo grazie ai solchi lasciati sulla strada dal furgone utilizzato per trasportare la refurtiva.

Rubano il rame da un impianto di pannelli fotovoltaici. I carabinieri arrivano dritti al covo grazie ai solchi lasciati sulla strada. Recuperare la refurtiva, del valore di 50.000 euro, ormai inutilizzabile.

Sono riusciti a rubare circa 3 km di cavi di rame da un impianto di pannelli fotovoltaici a Borgagne, frazione di Melendugno. Nonostante l’allarme sia scattato più e più volte hanno simulato un guasto al sistema ed eluso i controlli.  Si sono persino dati alla fuga con l’oro rosso ormai trafugato ma  è lì che, in un certo senso, si sono «traditi».

Dopo la denuncia del legale rappresentante  ed il sopralluogo effettuato dai Carabinieri della Stazione di Melendugno, sono immediatamente partite le indagini. Ma l’attenzione degli investigatori, affiancati poi dal personale dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Lecce, si è subito concentrata verso uno «strano particolare»: lungo la strada che portava all’impianto c’erano dei solchi, anche abbastanza vistosi e soprattutto recenti, che avevano “sbriciolato” la strada.

È stato seguendo quegli insoliti «segni» che i carabinieri sono giunti fino ad un casolare recintato nel comune di Torchiarolo. All’interno, i militari hanno scorto un furgone bianco, che sull’asse posteriore presentava un cerchione consumato, quasi certamente a causa dello sfregamento con la strada. E nel cassone la “refurtiva”: i numerosi cavi di rame già tagliati.

La perquisizione della tenuta e del furgone, hanno portato poi a rinvenire anche alcune cesoie, utilizzate proprio per tranciare i cavi. Il proprietario del casolare, un 37enne del posto, ha cercato di allontanare da sé i sospetti  dicendo di aver preso in affitto quella tenuta da poco tempo e di non saperne nulla del rame. Rintracciato l’utilizzatore del furgone, un 46enne brindisino, anche lui ha provato a giustificarsi dicendo di aver solo trasportato quel carico, di cui ne ignorava la provenienza, poiché era stato pagato per farlo da un soggetto a lui sconosciuto, di aver forato lungo il tragitto, e di aver quindi chiesto all’amico proprietario del casolare di poter lasciare momentaneamente lì il furgone, in attesa di cambiare la ruota.

Le versioni dei due uomini sono apparse ai carabinieri abbastanza goffe ed inverosimili, per cui il 37enne è stato denunciato a piede libero per “favoreggiamento”, mentre il 46enne è stato denunciato a piede libero per “ricettazione”.

La refurtiva del valore di 50mila euro circa, inutilizzabile, è tornata comunque ai legittimi proprietari. E le indagini proseguono per far luce sul reale svolgimento dell’azione delittuosa e sulla eventuale presenza di altri complici.



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