Provvidenziale è stata la segnalazione dei bagnini, addestrati non solo al soccorso in acqua in caso di emergenza, ma efficacemente preparati anche in materia di sicurezza e ordine pubblico. Così, tra un tuffo e uno scivolo, alcuni uomini del personale del parco acquatico ‘Splash’ di Gallipoli hanno notato il comportamento di un loro ospite.
Un uomo, con una macchinetta fotografica in mano, intento a scattare ripetutamente foto. La condotta del ‘reporter’ incallito ha insospettito e non poco i bagnini in servizio che così hanno deciso di osservarlo attentamente. Sono bastiti davvero pochi minuti per rendersi conto che l’uomo era impegnato a scattare decine e decine di fotografie alle donne presenti nel parco acquatico in riva allo Jonio.
A questo punto il personale ha deciso di intervenire, chiedendo gentilmente all’uomo di seguire alcuni bagnini negli uffici del parco, mentre una telefonata è immediatamente partita verso la stazione dei Carabinieri di Gallipoli. I militari, tra l'altro, avevano ricevuto anche alcune telefonate dalle dirette interessate.
Gli uomini del Comandante Maselli si sono precipitati sul posto e, una volta identificato l’uomo, C.S., 36enne di Racale, professione operaio, sono iniziate le domande di rito. Dopo poco tempo, i militari si sono fatti aprire la cassetta di sicurezza che l’uomo aveva affittato allo Splash: qui hanno trovato cellulari, varie macchinette fotografiche e persino alcune videocamere capaci di registrare video sotto l’acqua.
Effettivamente, il 36enne possedeva decine di scatti e video interamente dedicati alle donne che oggi erano presenti al parco acquatico gallipolino. Tra il vasto materiale multimediale in possesso dell’uomo, circa 3mila file, è stato notato come molti scatti erano stati dedicati in particolar modo alle ‘zone intime’ delle ragazze e delle signore. Il tutto immortalato probabilmente non solo all'intero dell'acquapark gallipolino.
A quel punto, i Carabinieri hanno trasportato C.S. direttamente nella Caserma di via Genuino Pagliano per gli approfondimenti del caso. L'operaio è stato così denunciato in stato di libertà per violenza privata e interferenza nella vita privata altrui.
I militari, ad ogni modo, invitano chiunque avesse contezza di essere stata “immortalata” di sporgere denuncia presso una qualsiasi Stazione Carabinieri o Ufficio di Polizia.
