Avrebbe chiuso in camera la figlia minorenne dopo un’accesa discussione e l’avrebbe anche schiaffeggiata. Un funzionario della Asl di Lecce ha chiesto ed ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato, condizionato all’ascolto della presunta vittima. Il gup Simona Panzera ha accolto l’istanza del suo legale, l’avvocato Marco Pezzuto.
Nella prossima udienzam fissata per il 22 ottobre, il giudice conferirà l’incarico ad una psichiatra per accertare la capacità di testimoniare della ragazza. Nel corso dell’udienza preliminare, inoltre, la madre si è costituita parte civile con l’avvocato Giuseppe Corleto, in qualità di esercente della potestà genitoriale.
Il padre risponde delle ipotesi di reato di sequestro di persona e lesioni personali.
Le indagini
I fatti risalirebbero al 15 marzo del 2015. Secondo il pubblico ministero Maria Consolata Moschettini, il padre avrebbe rinchiuso in camera la figlia tredicenne, per circa un quarto d’ora. Durante questo lasso di tempo, il genitore l’avrebbe bloccata al letto, premendo il proprio ginocchio destro contro il bacino della figlia, e schiaffeggiata.
Le lesioni accertate, in base all’ultimo referto, sarebbero risultate di 20 giorni. La giovane avrebbe riportato una ferita al labbro ed un trauma distorsivo alla mandinbola.
In seguito alle grida d’aiuto della giovane, sarebbe intervenuta una terza persona, chiamata dalla madre. Quest’ultima sporse successivamente denuncia ed il Pm aprì un fascicolo d’indagine.
