Shock a Squinzano, partorisce in casa e i carabinieri trovano il feto morto nell’armadio

Nella serata di ieri la macabra scoperta del feto morto nell’armadio da parte dei carabinieri. Ora il corpicino si trova nella sala mortuaria del Vito Fazzi di Lecce in attesa di esame autoptico che potrà chiarire molte cose.

Oscuri, oltre che tristi, i contorni della vicenda che, sin dalla serata di ieri, ha sconvolto la comunità di Squinzano e il Salento intero. Tutto è iniziato quando una ragazzina di 17 anni, si è presentata al pronto soccorso dell’Ospedale di Copertino a causa di un’emorragia. La visita ginecologica non ha lasciato spazio a dubbi: la giovane aveva dato alla luce un bambino, da poco. Le confidenze che ha fatto ai medici, forse spaventata, hanno messo in moto una serie di conseguenze che, a catena, hanno ricostruito un quadro terrificante.

Cosa fosse accaduto lo si è scoperto poco dopo quando, come da prassi, i carabinieri della stazione di Squinzano, accompagnati dai colleghi della Scientifica, hanno bussato alla porta dell’abitazione della 17enne che vive insieme alla sorella e al cognato. Poi la macabra scoperta: all’interno di un armadio, le forze dell’ordine hanno trovato il piccolo feto morto, avvolto a malapena in una busta.

Difficile, al momento, delineare con precisione i particolari. Si apprende soltanto che la giovane madre era alla 35esima settimana di gravidanza.

Il corpicino del piccolo è stato trasferito presso la camera mortuaria del “Vito Fazzi” di Lecce. Ora toccherà al medico legale, il dott. Ermenegildo Colosimo, comprendere le cause del decesso del piccolo e se la morte sia sopraggiunta o meno per cause naturali.

Alla luce dell’esame autoptico (l’incarico verrà conferito martedì mattina e con ogni probabilità si svolgerà il giorno stesso),la posizione della ragazza sarà più chiara e si potrà comprendere se abbia fatto tutto da sola o meno.

Il nome della baby mamma è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura dei Minori con le accuse, pesantissime, di feticidio e occultamento di cadavere. La stessa sorte è toccata in concorso, come atto dovuto, anche alla sorella e al cognato della 17enne, indagati dalla Procura ordinaria. Questi ultimi sono assistito dall’avvocato Giampiero Tramacere.

Quel che si profila è un contesto di degrado sociale nel quale si è consumata la triste stori a. La ragazza, originaria di Campi salentina, ha ricostruito i fatti davanti agli inquirenti, ma non ha ancora voluto rivelare il nome del padre.



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