Sospensione di Mauro Minelli: nuove indagini sul Presidente dell’Ordine dei Medici, Luigi Pepe

Il gip rigetta la richiesta d’archiviazione formulata dal PM, sul presunto reato di abuso d’ufficio del Presidente Pepe. L’inchiesta prese avvio dalla denuncia del dr. Mauro Minelli, sospeso dall’Ordine dei Medici con un provvedimento disciplinare adottato dal Consiglio.

Le indagini eseguite dalla Procura richiedono nuovi accertamenti. Il gip Alcide Maritati rigetta la richiesta d'archiviazione formulata dal pubblico ministero Paola Guglielmi sul presunto reato di abuso d'ufficio del Presidente dell'Ordine dei Medici di Lecce, Luigi Pepe, 69enne di Surano difeso dall'avvocato Mariangela Vanessa Pepe.

Il giudice, dopo la camera di consiglio del 12 gennaio scorso, ha anzitutto ritenuto ammissibile l'opposizione alla richiesta di archiviazione dell'avvocato Giuseppe Terragno, difensore della parte offesa, il dr. Mauro Minelli, 58enne originario di Campi Salentina.

Il legale chiedeva ulteriori indagini riguardanti la trascrizione di alcune conversazioni intercorse tra Pepe e Minelli e tra quest'ultimo ed altri personaggi coinvolti nella vicenda. Inoltre, l'avvocato Terragno ha invocato la trascrizione delle dichiarazioni, registrate in occasione delle conferenze stampa tenute in due occasioni dal Presidente dell'Ordine dei Medici. Queste istanze sono dunque state accolte dal gip, rilevato che, come egli stesso afferma nell'ordinanza, "non sono stati adeguatamente verificati le ragioni e gli esatti contorni oggettivi dell'agire del dott. Pepe, secondo quanto affermato dalla p.o.". Inoltre, il giudice ritiene che, "la vicenda appare ancora troppo poco scandagliata nel suo esatto divenire e che sia invece necessario ricostruire tutti i passaggi della medesima al fine di verificare l'esistenza di ragioni in capo al Pepe di "avversità" nei confronti del Minelli e/o della struttura sanitaria da lui diretta". Adesso, gli atti sono stati restituiti al sostituto procuratore Paola Guglielmi che entro 120 giorni dalla comunicazione dell'ordinanza dovrà procedere agli accertamenti investigativi richiesti.

L'inchiesta prese avvio dalla denuncia presentata il 17 settembre 2014 dal dr. Mauro Minelli, seguita da numerose integrazioni. L'esposto faceva riferimento a presunti reati commessi dal  Presidente dell'Ordine dei Medici di Lecce, Luigi Pepe. Quest'ultimo veniva anzitutto denunciato per concussione, perché, come esposto nell'atto di denuncia "la pretesa era chiara e perentoria: prendere le distanze dai deliberati assunto dall'Asl/le e dalla Regione Puglia….sabotare l'attività della struttura a lui invisa, rendendomi strumento della sua battaglia contro il Direttore Generale Asl/Le, la Regione e il Centro Imid".

Ricordiamo che proprio l'attività di Minelli, Direttore del Centro di Cura delle Malattie Rare, presso alcuni locali del dismesso Ospedale di Campi Salentina, sono stati il motivo scatenante della battaglia legale tra il medico ed il Presidente dell'Ordine. Minelli fu sospeso con un provvedimento disciplinare, adottato dal Consiglio. Al dott. Minelli veniva contestato di essersi attribuito il ruolo di direttore dell'Imid, nonché di professore, pur non avendo acquisito la qualifica di Primario. La Cceps ( Commissione Centrale per gli esercenti le professioni sanitarie del Ministero della Salute) ha poi confermato il provvedimento emesso dall'ordine leccese ( su cui è tuttora pendente il ricorso per Cassazione ).

Il dott. Minelli, però, ritenendo di non aver mai apposto le diciture di "professore" e "direttore" nella propria carta intestata, ha denunciato per i reati di falso i componenti della Commissione. Inoltre, il medico ha poi rinunciato all'iscrizione presso l'Ordine di Lecce, trasferendo la propria residenza in Provincia di Potenza e chiedendo l'iscrizione presso l'Albo di quella città. Riguardo la contestazione del reato di diffamazione a mezzo stampa, l'avvocato Terragno ( che aveva chiesto la trascrizione della registrazione) ritiene che "non vi è chi non veda come il presidente di un qualunque ordine professionale non possa esternare in pubblico, in una veste istituzionale e con la presenza e l'assenza dei Consiglieri del Direttivo, fatti e circostanze riservate, anticipando valutazioni, esprimendo giudizi e poi passando a relazionarne alla Commissione di Disciplina ed infine a deciderne". Tra  le espressioni diffamatorie, continua il legale ci sarebbero quelle di "persona poco chiaramente millantatore, usurpatore di titoli, truffatore, incompetente, aduso a a dichiarazioni mendaci ecc.

Invece, il pubblico ministero Guglielmi, la quale aveva rubricato soltanto i reati di abuso d'ufficio e diffamazione, aveva chiesto, il 14 maggio 2015 l'archiviazione del procedimento nei confronti di Pepe. Riguardo la presunta diffamazione, il pm ritiene che "le espressioni usate dal  Presidente e riportate sulla stampa locale non appaiono lesive della reputazione del dott. Minelli" e comunque attengono a fatti oggetto di un altro procedimento, che vede lo stesso medico indagato per i reati di peculato, concussione e abuso di ufficio.  Anzitutto sostenendo che il merito delle decisioni in sede disciplinare non potesse essere stabilito dalla Procura e che spettasse all'Organo Collegiale dell'Ordine dei Medici e al Cceps ( così come accaduto).

Inoltre, risulterebbe dai verbali acquisiti, come le riunioni per decidere sulla posizione di Minelli si fossero svolte nel rispetto delle regole. Il pm ha poi aggiunto che "la vicenda appare connotata da profondo risentimento del dott. Minelli nei confronti dell'Ordine Professionale".

Adesso però il pm, come disposto dal gip Maritati, dovrà procedere a nuove indagini per poi stabilire se chiedere nuovamente l'archiviazione del procedimento o esercitare l'azione penale nei confronti di Pepe.



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