San Foca inaccessibile per i lavori del gasdotto, preso d’assalto l’infopoint di Tap

Per consentire la ripresa dei lavori per la realizzazione del gasdotto Tap, San Foca è stata blindata. La marina di Melendugno è inaccessibile a tutti.

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«Inaccessibile». Non c’è altra parola per definire San Foca, la bellissima marina di Melendugno che, questa notte, è stata militarizzata e isolata per questioni di sicurezza e di ordine pubblico. Con la complicità del buio, sono stati allestiti numerosi posti di blocco delle forze dell’ordine, mentre il cantiere di San Basilio è “sorvegliato” da un cordone di agenti in divisa. Tutto questo, per permettere alla multinazionale svizzera di continuare i lavori per la realizzazione del gasdotto in tranquillità. I mezzi sono stati scortati sul posto e ora gli uomini di Tap stanno sistemando la recinzione, distrutta da mesi.

San Foca è inaccessibile a chiunque, dai No Tap ai Sindaci capitanati dal primo cittadino Marco Potì che hanno cercato in tutti i modi di raggiungere le campagne. Impossibile rompere il muro, difficile poter “oltrepassare” il blocco. L’ordinanza emessa dal Prefetto di Lecce di concerto con la Questura è stata necessaria per soffocare la protesta, per evitare i tafferugli – già visti in primavera – che avevano trasformato il cantiere di San Basilio in un terreno di scontro tra i manifestanti e gli uomini in tenuta antisommossa. Di fatto, il cantiere per la realizzazione del gasdotto e le aree limitrofe sono “assegnate nella disponibilità delle forze di polizia, in relazione alle esigenze funzionali alla tutela del cantiere e alla prevenzione di gravi turbative dell’ordine pubblico”.

Ufficio Tap sotto assedio

L’ufficio di Melendugno allestito dalla multinazionale svizzera per dare informazioni ai cittadini è stato preso d’assalto da un gruppo di vandali. Qualcuno – non ancora identificato – ha rotto le telecamere di video-sorveglianza e la dipendente – come fa sapere Luigi Quaranta, portavoce di Tap – si è dovuta chiudere dentro per la paura.

“Il governo ordina il coprifuoco ricorrendo a leggi del ventennio fascista”

Usa parole dure, in merito, Ernesto Abaterusso, presidente gruppo consigliare regionale Articolo 1 – Mdp: «Ormai il governo italiano si è ridotto a imbarazzante sensale di Tap e Snam. Promette soldi di Trans Adriatic Pipeline a sindaci, costruttori, imprenditori ed associazioni agricole in cambio del loro silenzio sul metodo vergognoso che ha imposto Tap ai territori senza alcun tavolo per decisioni condivise».

«Lavora apertamente per isolare il sindaco di Melendugno nella sua coraggiosa battaglia a difesa della dignità di un intero territorio. Adesso ordina addirittura il coprifuoco dal vago sapore fascista nelle aree intorno a San Foca. È un insieme di atteggiamenti vergognosi – conclude il consigliere regionale – contro cui noi solleviamo la nostra indignazione. I governi dovrebbero difendere gli interessi dei cittadini. Quello italiano difende quelli delle multinazionali».

“Atto di forza inaccettabile”

La militarizzazione di San Foca è un atto di forza inaccettabile. Tap non produce danni? Spiegatelo a chi non è riuscito a recarsi sul posto di lavoro o a tutti quei commercianti che oggi non apriranno perché non possono raggiungere la loro attività e che subiranno perdite ingenti per il blocco della circolazione per i prossimi 30 giorni”. Queste le dichiarazioni del consigliere del M5S Antonio Trevisi in merito al dispiegamento di oltre 250 uomini delle forze dell’ordine in presidio sul cantiere TAP per consentire la ripresa dei lavori e all’ordinanza con cui il Prefetto di Lecce ha disposto il divieto di circolazione  per 30 giorni sulla provinciale che collega Melendugno a San Foca.

“Dire che tutto ciò avvenga in nome di una presunta sicurezza è paradossale – incalza il pentastellato – visto che le forze dell’ordine in assetto antisommossa certamente non garantiscono l’ordine pubblico.  Militarizzare l’intera area non è la soluzione per fermare le contestazioni. Ci piacerebbe che questo dispiegamento di forze ci fosse anche per risolvere emergenze ambientali o nel contrasto alla criminalità organizzata. Ho cercato di recarmi nella zona del cantiere per vedere di persona cosa stesse accadendo, ma l’unico modo per arrivare a San Foca è deviare verso Torre dell’Orso, allungando il tragitto di oltre 40 km. I cosiddetti “effetti collaterali” di questo processo di assedio militare del nostro territorio  – continua – finiscono col prevalere sui risultati positivi che si dichiara di voler conseguire. Non si possono privare i cittadini della libertà a cui hanno diritto, passando anche sopra la volontà delle  amministrazioni locali. Paralizzare la circolazione per evitare le contestazioni non è la scelta giusta – conclude -in questo modo si rischia di creare solo ulteriore tensione”.

Divelti i muretti a secco

Nel momento dell’accesso nella zona di San Basilio delle maestranze e delle Forze di Polizia, gli agenti hanno constatato come tutta l’area fosse stata vandalizzata: quasi tutti i muretti a secco, peraltro notoriamente sottoposti a vincolo paesaggistico e adiacenti alle strade interpoderali sono stati distrutti da appartenenti al Movimento No Tap, al fine di realizzare barricate ed ostacoli per impedire il transito dei mezzi di cantiere, unitamente ad un bagno chimico collocato nelle adiacenze del presidio No Tap. Dopo la rimozione degli ostacoli con mezzi meccanici e dopo l‘ingresso nell’area di cantiere, è stata completata la collocazione delle torri faro ed è stato avviato il trasporto dei materiali necessari per la posa in opera della recinzione.

Tutto si è svolto senza particolari criticità, nonostante la presenza di un numero imprecisato di attivisti dispersi nella boscaglia, che si sono mantenuti a distanza senza entrare in contatto con le Forze dell’Ordine, anche per la disposizione strategica delle Forze di Polizia impiegate al fine di assicurare la necessaria di sicurezza alle attività di trasporto sia dei materiali che delle maestranze.



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