Personal trainer accoltellato nella zona 167 di Lecce: 19enne a processo in abbreviato

Michael Signore risponde di tentato omicidio. Non solo, anche di rapina aggravata, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione e porto d’armi abusivo.

Sarà giudicato con il rito abbreviato il 19enne leccese, accusato di avere sparato ad un personal trainer, nella zona 167 di Lecce. Michael Signore, assistito dal suo legale Mariangela Calò, nel corso dell’udienza preliminare dinanzi al Gup Giovanni Gallo, ha chiesto ed ottenuto il giudizio abbreviato, che verrà discusso il 18 marzo.

Signore risponde di tentato omicidio. Non solo, anche di rapina aggravata, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione e porto d’armi abusivo. Si trova tuttora detenuto nel carcere di Trani.

Il 37enne leccese Riccardo Savoia, vittima dell’agguato, non si è costituito parte civile. È difeso dall’avvocato Antonio Savoia.

Il fatto di sangue

L’8 maggio scorso, il 37enne Riccardo Savoia è stato ritrovato sulla terrazza di una palazzina in via Machiavelli in gravi condizioni, dopo una telefonata anonima. In seguito, si è giunti al presunto autore della violenta aggressione, grazie ai filmati di una telecamera di videosorveglianza. Signore venne sottoposto al fermo, poi convalidato dal gip e condotto in carcere. A seguito del violento fatto di sangue, Savoia ha perso la funzionalità della milza ed ha subito lo sfregio e la deformazione permanente del viso.

L’inchiesta

Secondo la ricostruzione del Pubblico Ministero Maria Rosaria Micucci, che ha chiesto il rinvio a giudizio, il 19enne leccese avrebbe sparato un colpo di pistola in bocca e in altre parti vitali del corpo, all’indirizzo del personal trainer, ferendolo anche con un coltello. Il giovane leccese avrebbe anche rapinato Savoia, sottraendogli, dopo l’aggressione, gli occhiali da sole, il portafoglio con 200 euro, un orologio e il cellulare.

Nell’abitazione di Signore sono state rinvenute 17 dosi di cocaina e altri 170 grammi nel seminterrato nascoste in una cassaforte, da cui l’accusa di spaccio.

L’esame dello stub

Ricordiamo poi che il pm aveva chiesto una proroga dei termini della misura cautelare in atto, della durata di tre mesi, in attesa dei risultati dell’esame spettroscopico dello stub (permette di rilevare residui di polvere da sparo). La prova di laboratorio ha confermato l’appartenenza delle tracce all’indagato. Dunque sarebbe stato il 19enne leccese a sparare contro Savoia, secondo le conclusioni della Procura. Il movente sarebbe legato a presunti debiti e contrasti nello spaccio di droga.