Truffa 9 inquilini del suo palazzo e sferra un pugno alla Polizia. Nei guai 68enne

Truffa nove inquilini del suo palazzo facendogli credere di ricevere l’acqua dalla rete pubblica dell’acquedotto pugliese. All’arrivo della Polizia sferra anche un pugno ad uno degli agenti. Nei guai C.L, 68enne leccese.

Nove inquilini in tutto e il proprietario di una palazzina. Sono i protagonisti di una truffa scovata dalla Polizia nel tardo pomeriggio di ieri.

Gli agenti della Questura di Lecce sono stati chiamati ad intervenire in via Teodoro Pellegrino, indirizzo dello stabile in questione. Qui, una donna risiedente nella palazzina, lamentava la chiusura dell’acqua nella sua abitazione da parte di C. L., 68enne originario di Lecce, proprietario della palazzina in cui vivono 6 nuclei familiari in affitto.

La donna ha spiegato agli agenti come l’assenza di acqua dai rubinetti gli avesse creato forti disagi, avendo a carico due figli, entrambi minorenni, di cui una bambina di soli 11 mesi. Dall’altra parte, il proprietario accusava la donna di morosità. Secondo il 68enne infatti, l’affittuaria avrebbe mancato di versare alcune mensilità. Tuttavia, il contratto di affitto non risultava registrato.

Il proprietario della palazzina è stato invitato a riattivare l’erogazione dell’acqua, risolvendo per le vie legali il proprio contenzioso, ma per tutta risposta, l’uomo ha iniziato ad inveire contro gli agenti con frasi offensive e sferzando un pugno contro uno di loro affinché se ne andassero.A seguito del clima concitato creatosi e, considerata la mancata collaborazione del 68enne, gli agenti hanno preso le redini della situazione ed hanno aperto lo sportello in cui è collocato il contatore dell’acqua. Qui, però, hanno trovato un’altra sorpresa.
 
Nonostante presso l’abitazione della signora che aveva richiesto l’intervento della Polizia non uscisse acqua, infatti, il rubinetto era aperto regolarmente. Insospettiti dalla strana circostanza, gli agenti hanno ampliato i controlli e, nella parte retrostante dello stabile, hanno scoperto  un pozzo artesiano.

Qui, vi era istallato un grosso tubo metallico che fuoriusciva dal terreno, collegato a dei tubi muniti di relative mandate di comando che si diramavano verso lo stabile composto da diversi appartamenti posti su più livelli, sei dei quali occupati da altrettante famiglie. Inoltre, sul terrazzo del primo piano, sempre nella parte posteriore dello stabile,  vi era un ulteriore rubinetto, tramite il quale C.L. aveva interrotto la fornitura di acqua nell’abitazione della richiedente.

A questo punto sono stati interpellati gli altri inquilini che hanno confermato il versamento mensile di cinquanta euro al proprietario, come corrispettivo del consumo di acqua, convinti che l’acqua erogata nei loro appartamenti provenisse esclusivamente dalle condotte dell’acquedotto pugliese, sebbene non avessero mai ottenuto alcuna ricevuta per tali pagamenti né di aver mai visto alcuna bolletta.

Sul posto, dunque, è stato chiamato ad intervenire anche un tecnico dell’Acquedotto Pugliese, perché vi era fondato motivo di ritenere che dagli appartamenti venissero versati fraudolentemente liquami nella rete fognante, non essendoci alcuna erogazione di acqua dalla rete pubblica, dal cui consumo viene calcolato il corrispettivo relativo al servizio di fognatura. Così, infatti, è stato. Inoltre, il tecnico dell’Acquedotto pugliese ha constatato che  l’unico contatore dell’intera palazzina riportava consumi pari a 0, evidenziando pertanto un’evasione totale dei pagamenti.

Durante le fasi di verifica ed identificazione degli inquilini, sono emerse altre anomalie relative alla gestione degli appartamenti, tramite i quali il proprietario ha cercato in tutti i modi di trarre guadagno illecito. In particolare è emerso che un’inquilina è stata costretta a firmare due contratti di locazione per il medesimo appartamento, in cui uno risulta il canone mensile di € 300, mentre nell’altro vi è riportato il canone mensile di € 400, la spiegazione fornita è stata che quello relativo all’importo di € 300 è  regolarmente registrato, mentre nell’altro è riportato l’importo effettivo che viene versato mensilmente.

Tutti gli inquilini hanno confermato di aver sempre pagato al proprietario tutte le somme relative alle varie utenze senza mai avere riscontro o ricevuta per quel denaro.

Al termine degli accertamenti C.L. è stato indagato per oltraggio a pubblico ufficiale ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Vi sono indagini in corso per accertare le violazioni di natura fiscale.