Rischia di finire sotto processo, un operaio di Veglie accusato di avere abusato di una tredicenne del posto, portatrice di un deficit intellettivo.
La Procura leccese ha chiesto il rinvio a giudizio di un 50enne del posto, con l’accusa di violenza sessuale. L’udienza preliminare è stata fissata per il 15 novembre innanzi al gup Giovanni Gallo.
L’imputato è assistito dall’avvocato Claudio De Candia, mentre la parte offesa dal legale Carlo Madaro.
Le indagini
Secondo il sostituto procuratore Stefania Mininni titolare dell’inchiesta, la giovane tredicenne, frequentante una scuola media del suo paese, sarebbe stata vittima nei primi mesi del 2016, di abusi sessuali da parte di un “insospettabile” amico di famiglia.
La ragazzina è stata ascoltata più volte, anche nell’ambito dell’incidente probatorio e parlando del cosiddetto “zio”, avrebbe mostrato un certo imbarazzo, pur non specificando di avere avuto rapporti sessuali con lui. Secondo quanto affermato dalla minore, inoltre, il 50enne la riempiva di attenzioni e regali e si sarebbe a sua volta mostrato geloso verso di lei, quando sapeva che ella frequentava suoi coetanei o si vestiva e truccava in maniera appariscente.
A supporto di quanto dichiarato dalla tredicenne , ci sarebbero alcuni messaggi su WhatsApp e sul suo profilo Facebook e l’acquisizione di tabulati telefonici.
Le indagini presero il via, proprio dai “sospetti” sul modo di vestirsi e truccarsi, inusuali per una ragazzina di quell’età e su alcuni atteggiamenti ambigui. Sarebbe venuto a galla come in alcune occasioni, “l’amico di famiglia” raggiungesse la minore presso la sua abitazione; restasse a casa sua per diverso tempo solo con lei (situazione però smentita dai suoi genitori).
Dalle indagini sarebbe poi emerso che la ragazzina fosse costretta ad assumere droghe ed alcool e si spostasse frequentemente in macchina assieme al 50enne. A volte, la giovane scendeva in prossimità di pizzerie, bar ecc, mentre lui restava ad aspettarla in auto.
Anche la direzione scolastica si sarebbe resa conto di certe anomalie nei comportamenti della studentessa ed erano stati allertati i servizi sociali. Sarebbero stati notati atteggiamenti piuttosto disinvolti verso alunni di sesso opposto. La ragazzina fu anche inserita in un “centro diurno”. L’indagato, seppur coniugato aveva in passato perso la Patria Potestà su alcuni figli e maturato una denuncia per il reato di violenza sessuale.
L’uomo venne arrestato il 1 febbraio scorso, a seguito di ordinanza di misura cautelare emessa dal gip Cinzia Vergine.
Le indagini condotte dai carabinieri di Veglie, guidati dal maresciallo Matteo De Luca, si sono estese “a tutto campo”. I sospetti degli inquirenti si sono concentrati anche su altri presunti casi di violenza sessuale e chiunque fosse stata vittima di abusi è stata invitata a denunciare l’uomo.
