Violenza sessuale a casa dei nonni sulla cugina minorenne. 21enne del Basso Salento condannato a 2 anni e 4 mesi

Il gup Giovanni Gallo, nel processo in abbreviato, ha condannato un operaio con la diminuente di aver risarcito il danno, in merito all’aggravante della minore età della ragazzina. La violenza sessuale risalirebbe al 31 gennaio 2014, nella casa dei nonni

Il Giudice dell' Udienza Preliminare Giovanni Gallo, nel processo con rito abbreviato, ha inflitto due anni e quattro mesi ad un operaio, con la diminuente di aver risarcito il danno, in merito all'aggravante della minore età ( non ancora quattordicenne) e le attenuanti generiche.

È stata così accolta, la richiesta di una doppia riduzione di pena del suo difensore, l'avvocato Fabio Ruberto, che comunque ha già annunciato che farà ricorso in appello, per ottenere un ulteriore sconto di pena.

Invece, il pm di udienza Stefania Mininni ( titolare dell'inchiesta la dr.ssa Roberta Licci) aveva chiesto 2 anni e 6 mesi di reclusione e la concessione della sola attenuante di aver risarcito il danno. Quest'ultimo aspetto aveva fatto in modo che la parte offesa ( i genitori della ragazzina) ritirasse la costituzione di parte civile.

Nella discussione odierna, l'avvocato Ruberto aveva chiesto l'assoluzione dall'accusa di violenza sessuale, poiché non ci sarebbe stata né la "costrizione" e tantomeno la " volontà ". Solo in subordine, il difensore dell'operaio 21enne aveva chiesto una pena attenuata ( richiesta poi accolta dal giudice).

La violenza sessuale risalirebbe al 31 gennaio 2014, nella casa dei nonni. Secondo l'accusa, l'operaio avrebbe abbassato i pantaloni della cuginetta (all'epoca lui aveva 20 anni, mentre lei 13) per poi salire a cavalcioni su di lei; l'avrebbe poi costretta a subire atti sessuali.

I due sarebbero stati scoperti da una zia che rientrando in casa, avrebbe trovato i due ragazzi in posizioni ambigue.Nel corso dell’inchiesta, la minore, assistita dall’avvocato Alvaro Storella, fu sentita con l’ascolto protetto dell’incidente probatorio dinanzi al gip Simona Panzera e al consulente del giudice, Romana Cretazzo. La ragazzina ridimensionò in parte l'accaduto, affermando che il cugino le avrebbe soltanto abbassato la cerniera.

Nonostante l’esito dell'incidente probatorio, il pubblico ministero Roberta Licci non archiviò il procedimento, anche in virtù della testimonianza della zia, ascoltata come persona informata dei fatti.

La vicenda a quanto pare non è destinata a chiudersi qui, vista l'intenzione del legale dell'operaio, l'Avv. Fabio Ruberto, di ricorrerre in Appello, ritenendosi il suo assistito innocente, ma è chiaro che sulla ragazza minorenne il carico psicologico della vicenda produrra conseguenze e ferite dalla difficile rimarginazione. Purtroppo le vicende di violenza sessuale e abusi su donne e minori nemmeno nel nostro Salento accennano a interrompersi.



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