In Puglia è allarme disoccupazione, sono 340mila i senza lavoro

Nel quarto trimestre 2014, in Puglia, il tasso di disoccupazione generale raggiunge il 23,1% rispetto al 21,5% relativo allo scorso anno (+1,6%) che ha provocato una crescita di 27mila lavoratori in cerca di occupazione.

Alla leggera diminuzione dei dati di gennaio 2015 sulla disoccupazione in Italia (al 12,6%, meno 0,1 su dicembre 2014) fanno da contraltare i pesanti indici trimestrali diffusi dall’Istat, che chiudono un 2014 all’insegna di record mai raggiunti dal 1977. Infatti, nel quarto trimestre 2014, il numero nazionale delle persone in cerca di occupazione – 3 milioni 420 mila – continua a crescere a ritmi sostenuti (+6,5%, pari a 208 mila unità in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) ed a incidere sono essenzialmente i disoccupati di lunga durata (saliti al 60,3%, +2,4 sul 2013).

Ma l’impatto più inquietante, rispetto al versante nazionale, è rappresentato dal Mezzogiorno. In particolare, nel quarto trimestre 2014, in Puglia, il tasso di disoccupazione generale raggiunge il 23,1% rispetto al 21,5% relativo allo scorso anno (+1,6%) che ha provocato una crescita di 27mila lavoratori in cerca di occupazione. Dunque, nella nostra regione si enumera complessivamente un esercito di 340 mila disoccupati, di cui 189mila sono uomini e 151mila le donne. A suggellare questa tendenza negativa, c’è il primo dato regionale del 2015 sulla mobilità ordinaria, che annota addirittura, al 28 febbraio 2105, già 2.401 lavoratori iscritti nelle liste di mobilità a fronte dei circa 5.200 dell’intero 2014.

Poi, drammatica è la disoccupazione tra i giovani della Puglia, che raggiunge ufficialmente, nel 2014, quota 58,1%, in rialzo di ben 8,4 punti percentuali sul 2013.

“Sono indicatori che evidenziano una crisi economica ancora imperante soprattutto nel Mezzogiorno – commenta Aldo Pugliese, Segretario Generale della Uil di Puglia e di Bari-BAT -. In Puglia, il precario stato di salute delle nostre imprese è confermato dalla crescita esponenziale della mobilità ordinaria. Indubbiamente siamo di fronte a una crisi internazionale, ma è ingiustificabile che l’Italia sia l’unico Paese del G8 a non registrare concreti margini di ripresa. Pertanto, non è possibile continuare su questa falsariga, occorrono vere e proprie politiche del lavoro che possano scuotere l’azienda Italia e ridimensionino, in modo tangibile, l’attuale fiumana di disoccupati”.



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