‘Più sviluppo sano nel Salento come anticorpo alla criminalità organizzata’. L’editoriale di Valerio Elia

Prosegue il dibattito su leccenews24.it sul tema della sicurezza e della legalità nel Salento. Dopo l’intervento del consigliere regionale Saverio Congedo, oggi la riflessione del Prof. Valerio Elia, docente di Ingegneria economica all’Università del Salento.

L'editoriale di Valerio Elia*

Il tema della sicurezza e della legalità nel Salento, sollevato su Leccenews24 dal Consigliere Congedo, sta diventando cruciale anche in seguito ai vari episodi di intimidazioni ai danni di amministratori pubblici. È vero, il Salento non è assimilabile ad altri territori meridionali per intensità e capillarità del fenomeno criminale, ma proprio per questo occorre vigilare per evitare che la già fragile economia Salentina debba anche subire l’attacco delle mafie e delle camorre locali e non.

La nostra economia è legata, più che in altre parti d’Italia, alla componente pubblica e quindi alla committenza diretta e indiretta della Pubblica Amministrazione, per questo si intensificano gli episodi di intimidazione nei confronti di sindaci e amministratori pubblici. Rispetto a questo fenomeno, l’azione pregevole fin qui condotta dalle forze dell’ordine e dalla magistratura deve essere accompagnata da quegli “anticorpi” sociali di una società civile sana in grado di premiare il buon governo e i buoni amministratori.

Non si tratta solo di reprimere i fenomeni criminali ma di comprendere che la criminalità distrugge l’economia e quindi il benessere di tutti noi. Come hanno dimostrato i recenti episodi in Sicilia, con le denunce fatte da diversi imprenditori, cedere alle minacce delle organizzazioni criminali significa compromettere la propria attività. Se la scelta diventa tra chiudere l’impresa per fallimento a causa delle richieste esose della criminalità e chiudere invece per sottrarsi alla paura, allora il nostro vivere civile viene meno e il sistema si avvita inevitabilmente verso un ulteriore sottosviluppo.

D’altra parte, perché ci sia una reazione forte degli operatori, nell’impresa così come nella Pubblica Amministrazione, occorre che chi resiste e denuncia sia sostenuto da tutti noi oltre che dallo Stato. Non possiamo chiedere a nessuno di essere individualmente un eroe, ma è la società che deve farsi carico della sicurezza pubblica. Questo significa sviluppare gli anticorpi che impediscono la diffusione dei fenomeni criminali.

Serve anche impegnarsi di più per lo sviluppo economico del nostro territorio. Migliori opportunità di economia “sana” si creano e meno occasioni ci sono per la criminalità organizzata. Da questo punto di vista il Salento è fragile. Non è un caso che questa recrudescenza criminale avvenga proprio nel momento di massima debolezza del nostro sistema produttivo, dopo molti anni in cui il fenomeno sembrava ridimensionato.

* Docente di Ingegneria Economica presso l'Università del Salento



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